Il precedente film di Gondry "Se mi lasci ti cancello", secondo il mio punto di vista, può essere tranquillamente annoverato tra i film più contorti, emozionanti e (massì dai) geniali del nuovo millennio. Stilisticamente cupo con colori contrastanti e diretto in maniera innovativa con trovate eccellenti ed un senso di tristezza e nostalgia che prevale in tutto il film. Qui accade esattamente l'opposto...O quasi.

In questa nuova commedia, le tonalità che aleggiano sono le stesse, ma i colori risultano essere più caldi e meno freddi. La direzione è ancora una volta superlativa in quanto si riscontrano idee geniali e spunti che fanno persino sorridere (vedere la parte della smagnetizzazione...). Inoltre il film assume una connotazione più comica rispetto a quella espressa da Jim Carrey e soci, grazie ad un bel cast di attori di brio e talento come Jack Black nella parte di un rompiscatole fissato e paranoico che crede nella cospirazione della centrale elettrica cittadina, e Mos Def (Italian Job) nella parte di un ragazzo responsabile, un po'ingenuo e quasi irreale nella sua fede verso i valori di una volta.

I nostri sono grandi amici e passano molto tempo assieme in una videoteca "vecchio stampo" dedita al noleggio di VHS per chi non è ancora passato al digitale. Un giorno il proprietario (un attempato Danny Glver) si trova ad assentarsi per un po' e gli subentra Mike. Di lì cominciano i guai. Jerry vuole tentare un sabotaggio alla centrale elettrica della città perchè convinto che gli stia bruciando il cervello, ma qualcosa va storto e si ritrova ad essere contaminato e magnetizzato. Inavvertitamente questi smagnetizza l'intera collezione di video cassette e, messi alle strette dai clienti, decidono di ricreare in versione amatoriale i celebri classici della storia del cinema, andando contro i diritti di copyright...

Le chiavi di lettura di questa memorabile opera sono molteplici. La si può vedere in spensieratezza come una normale commedia di stampo comico e dal ritmo frenetico e spassoso. La si può interpretare come una commedia ricercata che cerca di interpretare il mondo, quello del cinema attuale, troppo denso di effetti speciali e privo di una retorica o di morale convincente. Lo si può osservare come un documentario atipico sul cinema inteso come arte. Lo si può infine apprezzare come una dedica ai grandi classici del passato in cui la passione e la voglia di fare la facevano da padrone. La si può intendere come una denuncia alla voglia forzata della tecnologia che sottrae man mano vita e cuore ad ogni film, tanto da farlo risultare senz'anima. Oppure lo si può trovare come un geniale collage di tutte le chiavi di lettura appena espresse che ben si amalgamano lungo tutto il film.

Diciamo che il cast è un cameo di apparizioni stravagante pregne di situazioni già ripercorse nel mondo cinematografico. Un esempio lampante è il parallelismo tra il Jack Black di "Alta Fedeltà", che si aggirava tra i banchi di un negozio di cd, e quello che osserva le videocassette con lo stesso "fancazzismo" e con la stessa voglia di insegnare agli altri cosa sia il vero cinema o, nel caso del film con John Cusack, cosa sia la vera musica. L'apparizione di Sigourney Weaver nei panni di un'avvocatessa, quando nel film si ri-produceva "Ghostbuster", o le scene in cui una fragile Mia Farrow noleggia una cassetta ripropongono situazioni stravolte o già ripercorse in passato dal cinema hollywodiano. Poi le perle sarebbero talmente tante che ad ogni nuova visione, se ne coglie sempre una nuova ancora più sottile e ancora più nascosta.

Insomma un film da possedere nella vostra videoteca che scova nello spettatore emozioni nascoste verso un genere d'arte (il cinema) che pensavate perdute o sopite, ma che vengono fuori in maniera impetuosa contornate da fragorose risate. DI QUELLE VERE.

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