Premessa
Ho visto questo film a casa, preso dalla videoteca di mio papà e mia mamma. Era in un vecchio VHS allegato ad un giornale - "L'Unità" - che ai tempi in cui ero bambina vendeva anche videocassette.
Ho deciso di recensirlo perché non mi è piaciuto, e ho alcune critiche da fare.
Secondo me è meglio scrivere di cose che non piacciono, che di cose che piacciono. Le cose che piacciono sono nostre, intime, e una persona potrebbe anche non volerle condividere su internet. Quelle che non piacciono invece possono essere condivise anche per capire se sbaglio io.
La trama
Zabriskie Point è un luogo del deserto lontano dai centri abitati. Nel soggetto del film, è il punto di arrivo della fuga di due giovani universitari degli anni della contestazione (fine anni 60), che giungono lì con un piccolo aereo per baciarsi e fare l'amore. Il gesto segna un recupero della individualità della coppia rispetto alla massa e della poesia, con una fusione fra le persone, ed i loro sentimenti, ed il paesaggio che, apparentemente desolato, indica simbolicamente la immensità delle prospettive dei due giovani. Purtroppo il loro sogno d'amore e vita viene infranto dalle forze dell'ordine, scatenando poi una reazione distruttiva assieme materiale e carica di significati simbolici.
Il regista
Michelangelo Antonioni è un regista nato a Ferrara nel 1912 e morto, dopo un periodo di infermità, nel 2007, partito dal neorealismo ed approdato in età matura ad un cinema carico di allusioni formali, più che di contenuti e di denuncia sociale come il neorealismo stesso. Questo film, in particolare, è l'apice di questa evoluzione stilistica: conta maggiormente la fotografia, la scelta dei luoghi, che la storia - fatta di tanti silenzi - che è quasi un pretesto per raccontare il mondo per immagini. Secondo alcuni, in realtà, proprio la forma scelta da Antonioni era indicativa di un mondo smarrito, senza certezze (c.d. poetica della incomunicabilità) in cui conta solo una specie di occhio onnisciente, quello del regista, che però è incapace di interagire con i propri personaggi, si limita ad inquadrarli nel contesto in cui si muovono. Altri accusano Antonioni di essere stato un regista vuoto e freddo, senza cose da dire.
Dieci ragioni per cui... (il decalogo di Martina)
Ho visto che chi ha letto la mia prima recensione su Tolkien ha criticato questa cosa dello "schema". Ripeto che a me piace perché aiuta a chiarirmi le idee e aiuta anche chi legge a capire meglio cosa penso. E' una cosa che funziona anche a scuola, quindi ho deciso di utilizzarla anche nella vita.
Questo film non mi è piaciuto (devo dire che mi ha un po' delusa), perché:
1. gli attori non sono bravi ed espressivi. Capisco che non devono dire tante battute, ma hanno proprio facce tristi (e non hanno fatto carriera, come dice imdb);
2. la storia è molto lenta e non si capisce bene a cosa vuole arrivare. L'interpretazione simbolica ho dovuto trovarla su internet e su i libri di cinema di mio papà: mi sembra assurdo che per interpretare una cosa che vedo devo andare a leggere quello che pensano altri della storia che ho visto, vuol dire che il messaggio non passa;
3. è opera di una persona che all'epoca era già vecchia e secondo me non capiva il mondo dei giovani;
4. non capisco la scelta dei due ragazzi di andare a baciarsi e altro proprio a Zabriskie Point: l'interpretazione simbolica riportata al punto "trama" sembra anche a me un poco forzata, e non vedo un contrasto fra baciarsi e protestare;
5. c'è troppa cattiveria nella descrizione della polizia: la reazione delle forze dell'ordine nei confronti dei protagonisti è descritta infatti in maniera esagerata. Sembra che il regista volesse fare l'occhiolino ai giovani dell'epoca (senza capirli), e questo non è sintomo di autonomia di pensiero. Lo schema giovani/buoni VS polizia-cattivi mi sembra un po' superato, sarebbe ora di rovesciarlo in polizia-buoni VS giovani-cattivi (come in CSI, o La squadra). Va anche detto che la polizia ne ha fatte di tutti i colori in passato, ma bisogna anche perdonare;
6. mi sembra forzata l'ambientazione negli Stati Uniti. La protesta studentesca c'era anche in Italia e in Francia e Antonioni poteva fare lo stesso film in Europa, dove comunque ci sono bei posti da fotografare ed in cui girare;
7. la fine è cervellotica: dopo l'arrivo della polizia l'idea di far saltare per aria la casa di lusso non si spiega molto bene. Forse una reazione alla reazione? Oppure la profezia per cui le proteste dei giovani sarebbero finite male? Oppure una scena fine a se stessa (va detto che è molto bella da vedere e sono belle, anche se complesse, le musiche di Jerry Garcia, chitarrista di una band dell'epoca, molto in voga, chiamata Grateful Dead; nella colonna sonora anche i mitici Pink Floyd);
8. l'uso delle musiche mi sembra, però, furbo: la scelta dei musicisti è quella di artisti della controcultura dell'epoca, specie hyppie o freak. Ma non è la musica a fare un film giovane e per i giovani, o a descrivere i giovani. Ad esempio, Kubrick, nel coevo Arancia Meccanica, fa una scelta opposta: musica classica per un film che parla anche del disagio giovanile. E' una scelta più intelligente e straniante.
9. mi sembra un film che fallisce proprio in quello che, probabilmente, era il suo scopo: la descrizione del disagio giovanile, astratto ad una vicenda che vorrebbe essere esemplare, ma nei suoi stessi sviluppi appare del tutto improbabile, se non astrusa;
10. in questa fase della sua carriera, Antonioni sembra aver del tutto superato l'intuzione centrale del neorealismo, ma anche del suo primo cinema (Il grido, ma anche Un'avventura). L'uomo, l'individuo, non è più il centro della storia, ma è un pretesto per una descrizione, forse anche una poetica, per immagini ed ellissi (non eclissi!) narrative. Ma a questo punto meglio dedicarsi ai documentari, secondo me.
Il voto
Secondo me siamo sul 2/5. Sarebbe 5/5 se fosse un documentario, un videoclip musicale o una pubblicità per luoghi strani come Zabriskie Point. Ma è un film di un regista che ha fatto cose migliori.
Il mio consiglio è di vedere altro: sulla protesta studentesca, "Fragole e sangue". Di Antonioni, invece, a me piace "L'avventura", noioso ma bello per i luoghi descritti e perché in quel film Monica Vitti non si scorda.Carico i commenti... con calma