La storia è ambientata nel cimitero di Boffalora, un piccolo paesino senza via d'uscita (o forse è il mondo intero?), in cui Francesco Dellamorte (Rupert Everette il suo aiutante muto Gnaghi (custodi,appunto, del cimitero) si trovano a combattere orde di "ritornanti", morti viventi che, dopo una settimana dalla sepoltura, escono dalle loro tombe in cerca di carne viva. L'unico modo per fermare questi zombie è quello di spaccargli la testa.

Un film di morte, allora? Non solo! Perchè come dice il titolo è anche un film d'amore. Il protagonista si innamora di 3 donne misteriose (tutte interpretate da Anna Falchi), che finiranno per lasciarlo sempre e comunque solo, spingendolo alla ricerca del "resto del mondo".

Tratto dal romanzo omonimo di Tiziano Sclavi (il papà di Dylan Dog) e diretto da Michele Soavi (allievo di Dario Argento), questo film è un viaggio statico in una realtà dove vita e morte sembrano equivalenti, una favola nera pregna di romanticismo macabro, una ricerca quasi apatica di fuggire dalla solitudine in un mondo chiuso (una prigione). L'atmosfera del film è quasi sempre avvolta in un aria rarefatta di buio e nebbia che, insieme agli effetti speciali, appaga molto visivamente. Anche a livello sonoro è stato fatto un buon lavoro e le musiche sono molto riuscite.

I personaggi sono tutti ben caratterizzati; Francesco Dellamorte è una sorta di "Dylan Dog oscuro" e Gnaghi un anti-Groucho, e i dialoghi, oltre a far riflettere, strappano spesso un sorriso per l'humor cinico di cui sono intrisi. Le scene memorabili e surreali sono numerose (su tutte quella nell'ospedale) e raramente ci si annoia grazie alle continue trovate interessanti (il ritornante che esce dalla tomba in moto).

Insomma non è il classico bmovie splatter sugli zombie, anzi è una pellicola poetica e raffinata (la scena del bacio "alla Magritte"), grottesca e surreale (la testa della figlia del sindaco che si fidanza con Gnaghi) in cui non manca una buona dose di umorismo. Un piccolo gioiellino, soprattutto per i fan di Sclavi e Dylan Dog.

"Tra morti viventi e vivi morenti non c'è alcuna differenza"

Carico i commenti...  con calma