Body Acoustic è la reinterpretazione-omaggio di otto bellissimi brani tratti dalla vasta produzione Weather Report (francamente, secondo l'umile scrittore, forse per motivi sentimentali, non c'e' nulla di brutto che questo gruppo abbia mai messo su disco, neanche "This Is This", fatto per esigenze contrattuali alla fine del "viaggio"). In aggiunta troviamo due composizioni originali di Michiel. La scommessa è quella di creare nuove, valide e fresche versioni di vecchi brani, tutto sommato anche molto complicati, ma senza "elettroniche", solo con strumenti acustici o comunque tradizionali come la chitarra semiacustica dell'incredibile Jesse Van Ruller!.
Il titolo costituisce un richiamo ad "I Sing The Body Electric", storico album W. R. del '72. Da notare, ironia della sorte, che mentre i W. R. col tempo si sono elettrificati sempre piu' (con risultati di assoluta eccellenza, man mano che la tecnologia realizzava concretamente il concetto di "fisarmonica molto sofisticata" caro al pianista austriaco) con questo album di Borstlap c'e' una sorta di "chiusura del cerchio"; nel senso che dall'inizio il progetto Weather Report (che è stato comunque ideato e messo su in "primis" da Miroslav Vitous, a cui non è mai stato dato il giusto credito-merito) era esclusivamente acustico con qualche iniziale sprazzo di piano Fender a seguire. A supporto di cio' citeremo "Milky Way", primo brano del primo album W. R. omonimo, che sembra realizzato con chissà quali diavolerie, mentre invece è costituito solo da una successione di accordi di piano acustico, cui però è stato tagliato l'attacco iniziale e che rappresenta per l'appunto in maniera profetica la nascita di "qualcosa di grande" (Milky way – La via lattea), in cui si inserisce solo verso la fine Shorter (sempre col sax acustico) a suggello e testimonianza dell'inizio di una collaborazione che avrà impatti enormi sulla musica contemporanea mondiale. Per tornare a Body Acoustic, c'è da dire che è molto alto il livello di padronanza ed interplay raggiunto dai musicisti in questo album, in cui sono presenti unisoni chilometrici eseguiti in maniera tecnicamente perfetta uniti ad incredibili esempi di fresca creazione in tempo reale su strutture articolate e complesse, melodicamente ed armonicamente.
Un'ultima considerazione che va fatta è che, secondo il mio trascurabile parere, mentre Herbie Hancock vorrebbe definire "The New Standard" o evidenziarci "New Directions In Music" (begli album, comunque) senza riuscire troppo nell'intento, sia perché i Nirvana o "Norvegian Wood" non li suonera' veramente mai nessun musicista di jazz e sia perché "New Directions" resta un album tutto sommato abbastanza tradizionale, le cose nuove nel jazz attualmente le dicono, zitti zitti, venendo fuori piano piano ma prepotentemente, Ben Allison, Michael Blake, Ron Horton, Robert Glasper e, per l'appunto Borstlap. MVHO. V.
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