L'album è del '93. So poco della carriera del labbrone al di fuori dalle Pietre Rotolanti, e quello che so della carriera con le pietre rotolanti mi esalta fino ad un certo punto. Rock star maledetta, animale da palco, mito vivente, bla bla bla. Non approvo ma non contesto.
Mi limito allora a recensire questo cd, regalatomi forse per sbaglio o per presa in giro (visti i miei orientamenti musicali...). Beh, gran cd, gran regalo!
L'orrida copertina non inganni. Il batterista (un mostro di bravura) dà il 4 e si parte subito alla grande con "Wired all night" che ha un impeto e delle sonorità rock che non possono non coinvolgere. Bello il ritornello stile Rolling, ma è l'architettura musicale del pezzo ad obbligarti a muovere i fianchi (magari in maniera meno ridicola di quanto sia solito fare lui...) anche se non vuoi, anche se sei scettico. Energia pura.
Molto coinvolgente, anche se in maniera completamente diversa, è anche "Sweet thing" che fatico a collocare nei generi musicali conosciuti, ma che non posso che applaudire, soprattutto per la scelta dei suoni e dei riff di chitarra. "Out of focus" è un po' troppo rolling, ma ha nel ritornello molto orecchiabile il suo punto forte, mentre nel complesso è meno intensa e particolare delle altre. "Don't tear me up" si fa ascoltare, mentre la successiva "Don't put me in the trasch" è un po' la brutta copia più lenta e meno convinta della n° 1. Assieme ad altri due o tre brani non sconvolge ma non annoia (magari giusto un attimino), ma aiuta ad arrivare veloci veloci ad una perla come "Use me", dove il talento (innegabile) del vecchio Mick si fonde in maniera sublime col meglio che un certo Lenny Kravitz è (anzi era) in grado di offrire. Il brano è ondeggiante e rotolante (guarda caso) in maniera davvero coinvolgente, e non stanca assolutamente pur essendo un po' ripetitivo ed ostinato. Le due voci si alternano e si fondono con classe.
Altri pezzi a mio giudizio trascurabili ci portano velocemente a "Think", altra cannonata di energia Rock di quella che tanto ci piace e ci spettina. Non si sa chi è più bravo in questa esecuzione al fulmicotone. Batteria, chitarra, basso e fiati sono talmente di livello da poter fare incazzare chiunque abbia mai provato a suonare uno strumento, eppure i virtuosismi si miscelano tra loro in maniera non ostentata, ed il superbo complesso di suoni trova nella solita, vecchia, non alta ma sapiente voce di Mick il giusto faro guida. Se ciò non fosse ancora sufficiente, la canzone successiva, che da il titolo all'album, è un'altra grande prova di sapienza nella scelta dei suoni e delle atmosfere. Il livello tecnico/musicale è più basso ma non per questo meno coinvolgente, e Mick si destreggia con disinvoltura in una melodia a tratti un po' country e comunque proprio azzeccata.
La 11 e la 12 un po' mi annoiano, ma visti i precedenti porto pazienza fino ad arrivare alla bella e strana "Angel in my heart", con una sorta di clavicembalo (o giù di lì) che fa da sottofondo ad una voce qui forse un po' troppo mielosa che rincorre i fasti di "Lady Jane" senza riuscirci del tutto. Eppure nel complesso anche questa sta in piedi e si fa sentire. "Handsome Molly" credo fosse uno scherzo e un divertimento e tale deve rimanere.
A consuntivo non posso che togliermi il cappello ed applaudire big lips. L'album funziona e tira di brutto. Visto che di solito invece i Rolling un po' mi annoiano (mi spiace ma non riesco a cambiare idea), mi domando quanto di più avrebbe potuto dare alla storia della musica questo essere magrolino ed un po' effeminato con a fianco musicisti di calibro diverso. Ha già dato tanto, sia chiaro, ma il dubbio per me rimane.
Come di consueto, vi invito su http://www.the4fabs.com/
Ciao!
Carico i commenti... con calma