Siamo tutti d'accordo: i videogiochi nascono all'unico scopo di intrattenere il consumatore, spesso drogandolo di azione al fulmicotone ed esplosioni, solo a volte coinvolgendolo in storie e situazioni sicuramente di serie B, se confrontate con un romanzo cartaceo; ma la forza del videogioco, pur nella sua effettiva inconsistenza, è la possibilità di interazione, anche solo illusoria, che spinge il giocatore a perdere qualche ora per proseguire e finire l'avventura del caso. La possibilità, insomma, di poter affrontare le difficoltà dela partita per poter declamare, infine: "Finito!". Pochi videogiochi riescono a donare qualcosa di più, qualcosa da ricordare, e magari raccontare ad un conoscente.
Nel 2002, Microids propone sul mercato questo "Syberia", una classicissima avventura grafica secondo gli standard consolidati. E' un'avventura quasi surreale che spinge Kate Walker, giovane avvocato statunitense, a rimanere coinvolta in vicende al limite dell'onirico: automi pensanti, storie di popoli antichi (leggende?), tra un paesino fantasma nella Francia più rurale e una base abbandonata dell'ex-URSS. Per qualche ora (non molte, veramente) il giocatore dovrà impegnarsi a risolvere enigmi e situazioni quasi mai frustranti, in un prevedibilmente lento ma fluido ritmo di gioco.
La storia, per chi scrive, è una delle più riuscite di sempre, nel genere, ed è caratterizzata e valorizzata dai pochi personaggi che si affiancheranno alla giovane Kate: l'automa Oscar, che prova sentimenti umani pur con tutti i limiti di un costrutto di metallo; i rettori dell'università di Barrockstadt, severi ma involontariamente ironici; il folle custode della miniera di Komkolzgrad. Tutti luoghi e personaggi di fantasia, ma frutto di intuizioni pregevoli, tutti legati da una certa cupezza di fondo, senza momenti veramente solari o liberatori.
Il comparto tecnico è notevole: con grafica pre-renderizzata, i paesaggi sono realizzati splendidamente, ed i pochi modelli poligonali si sposano bene con il resto; il sonoro, sempre elegante, svolge bene il proprio ruolo, grazie anche ad una buona traduzione.
"Syberia" è il frutto del notevole estro del fumettista belga Benoit Sokal, già artefice di "Amerzone" (uscito qualche anno prima), sempre prodotto da Microids. Consigliato a chiunque abbia voglia di riflettere, per una volta appassionandosi ad una splendida trama, dimenticando le granate a frammentazione e gli scontri online.
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