Mika Vainio "Onko" (Touch 1997, copertina blu con pianta grassa) è un disco di sole 4 tracce, che rappresentano però uno dei massimi apici di sofisticazione techno sonora sviluppate da Vainio nel corso della sua carriera.

I suoni risultano in contrasto continuo l'un l'altro e rappresentano uno degli apici delle tecniche sviluppate nel corso delle sue continue esplorazioni nel "nulla" sonoro. Assenza quasi totale di tessiture ritmiche, a prevalere sono invece suoni di diversa natura, campioni di rumori naturali spezzettati, microfrequenze atonali tanto care ai Pan Sonic di "Aaltopiiri" e "A".

La prima traccia, "Kelvin" è forse quella meno esplorativa. 8 minuti di frequenze atonali che cambiano continuamente timbro pur mantenendo una certa impostazione stilistica. (nell'ambito della traccia). La numero due "Jos" inizia un discorso con il silenzio, sopraggiunge poi un trillo ultra-accellerato sulle frequenze alte del suono, che aumenta gradualmente sino al limite dell'udibilità, poi si interrompe improvvisamente e lascia spazio al propagarsi inarrestabile del "vuoto", i suoni vanno scemando, sino a che la traccia finisce.

E' un disco forte soprattutto della lunga traccia omonima "Onko", divisa in 11 piccole "fasi sonore" per mezz'ora abbondante di musica. Dentro di essa puoi trovare davvero di tutto! Inizia un discorso su un fischio che cambia tonalità, viene interrotto da uno schioppo di non precisata natura, e riparte con una famigerata (per il duo) interferenza elettronica, come se fossi in un canale radio morto su frequenza AM. Lentamente si dissolve ed a seguire di esso inizia il brano vero e proprio. Tra altre mille sfumature l'idea di uno stesso concetto, forse l'essenza del suono, spogliato da tutto quello che sta attorno, e qui presentato nella forma più minimale possibile.
Addirittura Vainio ha campionato quasi 5 minuti di silenzio, disturbato soltanto da delle impercettibili frequenze. Frequenze del tutto simili a quelle che si sentono quando la testina del giradischi sfrega accidentalmente nel vinile. Un effetto riprodotto tanto bene da far pensare a chi non conoscesse la "musica" di questo tizio, che quel suono fosse realmente un difetto del cd!

Il momento di massima sopraggiunge però verso la fine, lo fa tramite il rumore di quelli che potrebbero essere piccolissimi sassi (quasi sabbia forse! ) che sembrano cadere sul pavimento di una stanza. Si tratta di oggetti davvero molto piccoli, ma poi il ticchettio, separato da lunghe pause di silenzio l'un l'altro, si amplifica grazie ad un effetto eco, dando l'impressione che questi oggetti piccolissimi rimbalzino su di uno spazio gigante amplificandone il rumore, che però resta sempre minimale. E' difficile da descrivere a parole purtroppo, bisogna solo ascoltarlo!!

La numero 4 "Viher" sono 16 minuti di divagazioni sonore "pseudoambientali" con un giro melodico "fosco" che da l'impressione che il suono descriva delle forme circolari nel suo continuo fluttuare. E' una traccia inquietante nella sua ripetitività, molto vicina all'estetica di "Gravity Assist" di Biosphere.

Nel complesso direi un disco più che ottimo che, a voler essere riduttivi, vale l'acquisto (x i fortunati che lo trovano ) soltanto per la traccia "Onko" direi quasi monumentale, un vero e proprio concerto rumoristico per meditazioni nelle silenziose e brumose lande del nord Europa, è quanto di più lontano possa concepire la musica dei paesi più caldi! (anche climaticamente) Le altre 3 tracce mantengono alto il livello di attenzione, specie quelle molto "tattili", Viher (num4) e Jos (num2) completando un disco davvero ben riuscito!

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