Premessa: per poter apprezzare appieno questo film è necessario non pensare mai a termini come credibilità e peggio ancora verosimiglianza. Mai.

Siate come dei bambini affetti da una sindrome, che non so ma che certamente esiste, che vi rende incapaci di distinguere tra il reale e l’irreale, tra il possibile e l’impossibile.

Detto ciò.

Stallone di lavoro evade di galera. Proprio così. Si fa sbattere in carceri di massima sicurezza, evade con nonchalance, scrive libri (uno finora, in verità) su quanto le carceri di massima sicurezza facciano cagare e come migliorarle, torna libero, torna in galera e via andare. Lo pagano per questo.

Dopo l’ennesima evasione di successo, grazie all’aiuto di 50 Cent con gli occhiali e una bionda, Sly torna alla base e vi trova la CIA sotto forma di tipa bona che gli dice ‘a Silvester prova un po’ sto carcerino! Il megacarceronegalattico, gestito da privati, e i privati so’ cattivi, altro che statali, un posticino fatto apposta per le ultime delle merde. Sly dice ma boh non so, poi insinuano che non c’ha le palle e allora cazzo andiamo in galera!

Appena arrivato capisce che butta male. Gli han detto: l’amico tuo è il direttore e basta dire il codice di sicurezza. Lui dopo venti minuti, da gran professionista qual è, si rompe il cazzo e dice sai che c’è? Me ne vado. Ma sorpresa! Il direttore non si chiama tizio bensì caio e dice so un cazzo io. Codice? Ma che codice? Te sei detenuto e qua stai, come gli altri. E mo’? E mo’ so’ cazzi.

Il carcere si presenta abbastanza post moderno, ma rispetta anche i canoni: se da una lato nelle celle di vetro, sotto l’occhio della telecamera, nulla è concesso, dall’altro l’ora d’aria, seppur al chiuso, consente chiacchiere e risse tra panche, tavoli e grandi mura di cemento armato.

Inzomma un postaccio. Proprio durante la passeggiata in cortile, si presenta Schwarzenegger. Niente po’ po’ di meno che. Non si capisce bene chi è, che ha fatto, mezzo terrorista, mezzo boh, sta di fatto che il direttore infame ci terrebbe a sapere dove si trova l’amico suo di Schwarzy ancora a piede libero e Arnold muto, si dimostra un duro e fin da subito cerca disperatamente l’amicizia del nostro Stallone, il quale alla fine dice massì condividiamo sto piano, fuggiamo insieme.

Cazzotti vari, cose assurde tanto, tentativi più o meno riusciti di umorismo, mille colpi di scena inutili ma anche mille molto fighi (su tutti: dove si trova sto carcere? Non svelo perché è figo) e via che si va verso un finale di merda che dici boh? E non hai capito proprio tutto tutto e non è colpa tua.

Però.

Però molte cose davvero interessanti, a partire dall’idea del contesto, in cui ci stanno gli individui più cattivi e pericolosi del mondo tutti lì. La feccia. Di fatti un botto di arabi. E alla fine vedere Schwarzenegger e Stallone che tentano la fuga assieme e grazie al musulmano fisicato di turno, che voglio dì: se è lì minimo è dell’Isis o Al Qaeda o cose così no? Beh ‘sta immagine mi è piaciuta.
In più il film tiene attaccati, sei coinvolto, alla fine passi sopra a tutto (salvo il finale) e te lo godi. Diciamocelo dai, 50 milioni ben spesi.

Certo, magari avrebbero potuto darne 10 a Carpenter e fare un bel film.

E l’ultima frase è completamente gratuita ma a me piace un sacco Carpenter e sto film poteva essere una roba carpenteriana se ci pensi.

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