Ti ricordi Mike & The Mechanics? Io no. Mi sono venuti fuori tra i suggerimenti google mentre cercavo Mike & The Melvins invece.
Ascoltiamo un attimo questi Mike & The Mechanics, ché secondo me il nome di questo progetto un po' li cita un po' li sfotte. Infatti, che brutti. Sto sentendo The Living Years e sembra un pezzo minore di quelle compilation nostalgia anni Ottanta da babbi imprenditori: i Tears For Fears che fanno SHOUT SHOUT, i Simple Minds neanche ti dico il pezzo, Sinead O'Connor che non so come si scrive, quelli di Sweet dreams are made of dreams che non ci ricordiamo il nome, Every Breath You Take, i Simply Red che se non ricordo male il cantante aveva un dente d'oro a vista. La parte migliore del pezzo è una cosa bruttissima con i cori di chirichetti e il cantante solista che fa i vocalizzi di risposta. Che brutti.
Poi l'altra citazione è un film con Magnum PI che appunto si intitolava Three Men and a Baby ma di cui non mi ricordo più niente, a parte la storia dei genitori maschi che possono occuparsi egregiamente di un bambino se gli dànno il giusto amore, e quella tuttora progressista e pure un po' avveniristica che pure un threesome di padri può andare. Se capita, vedilo.
Quanto detto c'entra abbastanza, perché io da quando iniziai ad ascoltare, da quand'ero ragazzino, ho fantasticato sul fatto che la musica potente e pesante tipo questa entrasse a spallate in contesti di cose melodiche. Cioè in qualche modo mi serve una controparte debole da sconfiggere con i power chord che friggono, le voci di catarro, le accordature in re, i bassi metallici, le batterie spaccone. Dimmi se anche tu fai questa cosa a volte.
Allora ascolta White Flag di Dido - comunque un bel pezzo eh, c'è pure in Mommy di Dolan - e poi metti questo. Lo trovi in streaming su bandcamp.
Dunque, Chicken 'n' Dump è il classico lentone alla Melvins. Per un headbanging garbato. Che altro dire: classico-lentone-alla-Melvins.
Dunque poi, Limited Teeth è un uptempo più da spintoni e salti, con una più o meno interessante evoluzione melodica e soprattutto con Dale Crover musa e maestro: ci sono quei batteristi che sono bravissimi e svuotare e riempire, no? Lui riempie i già pieni.
Dunque, inoltre, Bummer Conversation se la gioca sui tom, ha uno di quei groove tipo alcuni pezzi di Houdini, e pure il ritornellone.
Scusa i dunque, ma ho notato che è la congiunzione più minacciosa: quando ti prepari a menare, ti arrotoli le maniche corte per far apprezzare il braccio nella sua interezza, dici "dunque". Siccome questo è un disco di menare, come direbbe quello de I 400 calci, allora "dunque".
Non sto qui a farti tutto il track by track, che è una noia, anche se quando si fa un ascolto tra amici - fai in macchina - si commentano tutti i pezzi così come vengono ed è il modo più naturale per scrivere di un disco. Aderisce alla realtà, credo. Comunque l'album prosegue compendiando tutti i Melvins degli anni novanta, e ci trovi pure Read The Label che sarebbe stato uno dei migliori pezzi dei Jane's Addiction, Pound The Giants che è pericolosissima con quella batteria storta e il basso cingolato. Poca tregua.
Però almeno di Annalisa singolarmente, una cosa vorrei dire. Cafonissima. Riff semitonale di basso tagliato molto spesso grazie, chitarre praticamente noise, effetti inaudibili sulla voce. Un pezzo standard dei migliori Melvins tra la trilogia e (A) Senile Animal.
Pure cronologicamente siamo lì, dato che questo disco doveva uscire sedici anni fa e poi nulla per i motivi seri e faceti qui elencati. Registrato un po' ai tempi, un po' l'anno scorso, è uscito poi il primo aprile di quest'anno, lo scherzone. Il Mike che ci canta è Mike Kunka dei GodHeadSilo. Magari consigliami qualcosa, non avevo idea di chi fossero.
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