Salve a tutti, quest'oggi vi metto in guardia da una delle più grandi BUFALE che abbia avuto la sfortuna di vedere al cinema ultimamente.
Se avete letto "L'Amore Ai Tempi del Colera" dell'immortale Gabriel Garcìa Marquez, premio nobel per la letteratura, uno dei più grandi geni letterari di tutti i tempi, tenevi ben lontani da questa scipita e pacchiana trasposizione cinematografica.
Trama: il giovane Florentino Ariza è perdutamente innamorato della bellissima Fermina Daza. Il padre di lei non ne vuole sapere, e la dà in sposa a un dottore bello, aitante, colto, ricco, gentile, premuroso, che le fa provare degli orgasmi pazzeschi a letto. Misteriosamente, Fermina Daza si dimentica di Florentino Ariza. Quest'ultimo però, continua ad essere perdutamente innamorato di lei e la aspetta fino alla morte del marito, in attesa di ricongiungersi all'amata. L'aspetta però "alla sudamericana", cioè scopandosi nel frattempo alcune migliaia tra le donne più belle ed arrapanti del Caribe: procaci vedove dalla pelle ambrata, sensuali servette con i capezzoli talmente duri che ci potresti attaccare un quadro, cose così. Una vita miserabile. Ma il protagonista (incredibilmente) riesce a resistere e alla fine del film, consumerà un tenero amore con questa vecchietta dalla panza molle e le tette alle ginocchia. Felicità.
Al devoto lettore di Marquez, vengono dati parecchi motivi per incazzarsi come una biscia. La scrittura in quanto tale ha una parte molto importante nel libro. Florentino, per mantenersi, scrive lettere d'amore a pagamento, per conto di persone analfabete, in questo modo riesce ad esprimere tutto l'amore che prova per Fermina, confezionando lettere talmente belle ed efficaci che vanno sempre a buon segno, permettendo ai vari spasimanti di conquistare l'amato o l'amata. Lo stessa Fermina conoscerà e rimarrà conquistata da Florentino in virtù delle sue ispirate lettere. Non ci crederete, ma nel film i protagonisti... AARGH! Scrivono in inglese! Ma come, cazzo, il libro trasuda spagnolo (o meglio: ispanoamericano) a momenti pure nella versione italiana, e questi scrivono in inglese! Ho capito che si tratta di una megaproduzione e bisogna accontentare lo spettatore americano "colto" medio, cioè un idiota che ha fatto le superiori e letto due paperback in vita sua, ma qua siamo proprio fuori della grazia di Dio!
La sceneggiatura si limita a dipanare il capolavoro di Marquez in una trita, banale e inesorabile sequenza di episodi. Chiunque abbia letto un qualunque libro del maestro colombiano sa che non lo si può serializzare in questo modo: sarebbe come pretendere di ammirare la Cappella Sistina in una foto jpeg sgranata da 50 kilobyte... Il buon Mike Newell esegue diligentemente il compito mettendo in fila le scene e le inquadrature, come un bambino delle elementari disegna le letterine sul quaderno a righe. Chissà, forse ci sarebbe voluto un Fellini, o un Kusturica... Ma in questo caso sarebbe venuto fuori un film serio, e non questo pittoresco melodramma per gonzi.
Javier Bardem, nella parte dell'eterno spasimante Florentino Ariza, se la cava tutto sommato discretamente. Giovanna Mezzogiorno è sempre una bellezza austera e sensuale, seppure un poco imbambolata con il suo eterno sguardo di occhioni azzurri. Ma l'aspetto paradossale del casting è stato quello di scegliere due attori bianchi europei nella parte dei protagonisti ed accostarli a lussureggianti bellezze locali, sia maschili che femminili, facendo fare loro la figura delle mozzarelle. Cioè dico, avete presente la bella gente che si trova dalle parti del Caribe? Fermina Daza ha sposato il medico Juvenal Urbino invece di Florentino Ariza? E GRAZIE AL CAZZO, è dieci volte più fico! Per non parlare delle splendide, inebrianti mulatte che il "povero" Florentino, per "consolarsi", si tromba incessantemente per i tre quarti del film. Roba da scappare al bagno a masturbarsi. Che uno pensa: A Florentì, ma lassela perde la stronza coll'occhi sparlucciconi...
Scenografia pulitissima, educatissima, oleografica fino alla nausea, qua hanno pettinato perfino le palme, in modo che anche i più zucconi capiscano che siamo ai Caraibi e non fermi a un incrocio all'ora di punta a Quarto Oggiaro.
Non so avete presente quel vecchio sketch in cui Enrico Montesano impersonava una danarosa e rincitrullita vecchietta americana, scorrazzata per Roma da un aitante accompagnatore ("Salvatore, Salvatore, tu mi piaci a tutte l'ore!"), che ad ogni insulso pezzo di marmo che spuntava dalla strada esclamava estasiata: "MOOOLTO PITTORESCOU!!". Ecco, questo è sicuramente ciò che avranno esclamato torme di vecchiette rincoglionite del Minnesota, o del Sussex, alla vista di questo film.
DA MANDARE AL ROGO, CHI VI FA PAGARE 7 EURO PER QUESTA ROBA!
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