Mike Oldfield: Crises (1983)

L'altro giorno mi trovavo a far spesa dentro un ipermercato: mentre vagavo tra gli scaffali, dalla radio di bordo si insinuò una particolarissima melodia dai sinth  lunari: Foreign affair take a trip in the air, tropical beach, a la mer, e così via in un mantra ascensionale che sembrava durasse mezz'ora. Sarà stata la mystical voice di Maggie Reilly, ma la notte feci un sogno strano e inquietante, anzi un incubo: mi trovavo risucchiato nel gorgo degli anni 80, e i prof. mi dicevano con aria grave che dovevo ridare l'esame di maturità, perché quello fatto due anni prima non era valido. Tutto di nuovo capito? Dovevo ripetere l'anno! Avete presente quei sogni che sembrano veri e ti svegli con l'angoscia. Insomma guarda che ti fà una canzonetta... E così giù lacrime napulitane di amarcord legati a questo discone di mago Oldfield. 

Era tempo che pensavo di aprire l'armadio cogli scheletri in vinile sui colorati 80ies, quando non c'era napster, emule, iphone, ipod e compagnia cantante. Funzionava così:  il ruolo di banca dati musicali lo faceva l'amico più in grana che si comprava i dischi più in voga e li registrava su cassetta per amici o compagni di classe. Roba del mesozoico... E fu proprio uno di questi, Max detto Retard perchè era un ritardato mezzo balbuziente super ripetente, fu lui dicevo, a prestarmi Crises. Era un periodo di cotta dura: m'ero invaghito follemente di sua cugina, tale  Emanuela, conosciuta alla sua festa di compleanno nell'ottobre 1983. Quel tardo pomeriggio, dopo che l'improvvisato dj passò apripista come Moonlight shadows, si passò a più tipici martelloni dance del periodo, Automatic man e Maniac di Sembello, So many man so little time di Miquel Brown, Lunatic di Gazebo. Sdraiato su un divano a fare il piacione insieme all'altro bello della classe dissi: Guarda Robé, quella carina coi capelli lunghi,  quella sta a cioccà da sta parte- Ma gli piaci tu? ..- Mmh beh, no.  Zitto zitto punta de qua,  guarda te...Mò glie batto i pezzi,  dissi orgoglioso come tutti i sedicenni montati di quei tempi. lei mollemente si adagiò nel divano dove mi ero mimetizzato, anzi alleopardato per osservarla...Ma...colpo di scena: è lei che viene verso di noi facendo finta di fare il giro largo per tavolo con le bibite. Mi piaceva, e parecchio: una tipina tutta pepe dai tratti finto virginali tipo che so la co protagonista del film Staying alive, con quei capelli tutti lunghi e mezzi cotonati. Attacco bottone, con una scusa puerile.La conversazione era tipicamente  80ies: che ne pensi di Flashdance? e di Thriller? Duran o Spandau.... Balli? E Balliamo. Poi vado da Max e gli grido nell'orecchio: E basta co sta dance, famme quaglià con tu cugina, e metti un lento...

Per farla breve, la musica suonava forte, le luci psichedeliche fatte in casa sbrillucicavano sui visi,  io, lei, occhi negli occhi, mani che si sfiorano, lei mi dice che occhi che hai, mi piaci- massì guardavo te, ti volevo conoscere...Ma sai che non volevo neanche venire a questa festa, dico io, ma meno male, pensa che peccato, non ti avrei mai conosciuto..
Che bello essere così romantici a quell'età, ma ripassandoci oggi col senno di poi, ah se i giovani sapessero, e se i vecchi potessero...
Infatti bel bello e gongolante mi feci dare il n.di telefono e la promessa di una sicurissima uscita sabato pomeriggio. Cogli amici un figurone, avevo rimorchiato e loro niente, Mica immaginavo che ero solo smignotteggiamento per lei, che era già impegnata e che poi mi diede buca. Che cotta ragazzi! Aho te se legge in faccia che stai in crisi, queste so pene d'amore, mi disse un amico mio mentre per distrarci eravamo andati al Luneur-parco divertimenti romano n.d.A.- E sul tagada', una giostra meccanica, che ti vanno a mettere come colonna sonora: Foreign affair, take a trip  in the air....Ali goum pa la mere A lagoon by la mere, It's a foreign affair. Così a casa mi sparai in cuffia tutto...Crises crises, you can get away, I need you by my side 'cause there's a crises...

Quanto ho ascoltato quel disco in quei mesi, e siccome lei abitava all'Eur, avevo sto flash della buca che mi aveva dato: l'appuntamento, il laghetto dell'Eur, la notte lunare, il grattacielo sulle acque,e io che vestito con un giubbotto di velluto Rifle verde militare aspetto la tipa che non verrà mai: the watcher and the tower, waiting hour by hour.
Pur non amando il prog. questo disco mi piacque subito tutto e mi faceva sognare. I suoni per l'epoca erano bellissimi, tra mandolini folk, arpe, campane tubolari,  il mitico Fairlight, eppoi Oberheim, Roland, Prophet e la QUANTEC room simulation la migliore unità di riverbero hardware: insomma un'enormità diroba oggi da museo. A parte il successone planetario di Moonlight shadow, che tra l'altro aveva un testo molto più drammatico che allora non capivamo,  tutto il lato B del 33 contiene canzoni meravigliose: High places, con una melodia particolarmente struggente e malinconica e dei sinth  così semplici e belli che riescono a far digerire pure la voce un pò mondo gay di Anderson: The stars so close we touch them,they seem so small.. Couldn't get much higher, Couldn't get much lighter Navigator to heaven

Ps.
Emanuela la ribeccai l'anno dopo, stessa festa, stesso mare, ma le cose andarono muy diversamente, sarà l'occasione per recensire un altro vinilone.

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