SALVE A TUTTI... rieccoci di nuovo insieme (ho commentato il primo album dei Planet X, leggermente diverso come sound). Vi invito a leggere la mia recenSione (scopritelo voi il perchè della S grande) su un album davvero spettacolare come Tubular Bells II del grande Mike Oldfield...

Partiamo dal presupposto che, senza togliere niente al primo vero Tubular Bells del 1973, questo CD appare a mio avviso molto più orecchiabile e coinvolgente nel sound, contiene sempre elementi prog molto valorosi... Ancora una volta si possono ammirare le doti di un musicista che possiamo dire ha dato una svolta al mondo prog con il suo primo lavoro del '73...

L'album parte benissimo con la canzone "Sentinel", la parte di piano che si sente è molto calma e dolce, ci fa calare subito nell'atmosfera "incantata" di questo CD; sempre col piano ci si collega subito dopo al tema principale di Tubular Bells (che ormai conosciamo tutti, spero), a mio avviso decisamente rinnovato nel sound. La seconda traccia "Dark Star" è molto movimentata e ritmica cosi come "Sunjammer", che verso la fine sfoggia un piccolo "assolo" di pianoforte molto bello... La successiva traccia "Red Dawn" è magistralmente eseguita dalla chitarra di Mike, molto passionale, anche con l'aggiunta di una soave voce femminile, finale degno di nota che introduce "The Bell", la canzone principale dell'album dove è suonato lo stesso giro di accordi per poi introdurre ogni volta nuovi strumenti e, infine, chiudendo in bellezza con lo strumento per eccellenza (famosissimo), come potrete intuire, "the bells", le maestose campane tubolari, che fanno "esplodere" il pezzo... Molto particolare la canzone "Tattoo" dove le cornamuse la fanno da padrona, veramente un sound coinvolgente... L'unica canzone cantata è "Altered State" con una voce maschile alla strofa della canzone straformata da effetti, sorprendente: si può definire l'unica canzone "commerciale" presente nell'album (comunque molto bella)... Il piccolo pezzo "Moonshine" chiude l'album, si può dire in bellezza, proprio come nella versione originale di Tubular Bells, una canzone molto divertente (da ballare quasi)...

Insomma, Mike Oldfield dopo tanti anni ha voluto "rifare" il suo primo capolavoro, e direi ci sia riuscito egregiamente, componendo un'opera-suite molto prog riallacciandosi ai tanto amati anni '70, ma con un sound decisamente più fresco e rinnovato dei primi anni '90. Un  lavoro completo in tutti i suoi aspetti, dal punto di vista musicale e dal punto di vista sentimentale, dalle emozioni che fa scaturire all'interno del nostro animo quando lo si sente...

CIAO...GRAZIE 

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