Realizzare un brano strumentale di 49 minuti, anche nei "progressivi" primi anni '70 era sicuramente una scommessa. Poteva accettarla solo una piccola etichetta votata all'alternativa e alla sperimentazione, così nel '73, la neonata Virgin consegnò ad uno sconosciuto musicista per nove mesi uno studio di registrazione e il risultato furono i dieci milioni di copie vendute di "Tubular Bells". Detto così sembra niente, ma chi mai poteva prevedere che un'operazione del genere avrebbe avuto un tale successo commerciale? Alla Virgin dovevano essere pazzi o geni, in ogni caso la faccenda funzionò talmente bene che quel lungo brano che incatenava l'ascoltatore in un impercettibile crescendo, che lo avvolgeva nelle spire dei suoi mille temi che si intersecavano, comparivano e scomparivano, che lo affascinava con suoni anche desueti e soprattutto con l'impasto sonoro che derivava dalla loro fusione, funzionò splendidamente.
"Tubular Bells" divenne in poco tempo uno dei momenti musicali più sfruttati e saccheggiati da cinema (la colonna sonora dell'Esorcista), televisione (innumerevoli sigle e sottofondi), pubblicità, ecc. ma per Oldfield fu una autentica maledizione. Come spesso succede, esordire con un trionfo sistema il conto corrente, ma ti marchia per sempre. Dopo le campane tubolari, Oldfield proseguì con questo genere di operazioni musicali realizzando almeno due album eccellenti come "Ommadown" e "Hergest Ridge" finendo però per perdere smalto e interesse da parte del pubblico. L'unica soluzione che allora seppe trovare fu "pistiare e ripistiare nello stesso mortaio" (direbbe Montalbano). Così di Tubular Bells ora si contano una quantità indefinita di versioni, ricostruzioni e riedizioni in studio e dal vivo, più sequel di Rocky e forse solo una che meriti veramente il plauso: quella orchestrale realizzata da David Bedford e la Royal Symphony Orchestra in grado di mettere in luce risvolti musicali che la versione originale nascondeva. Tuttavia la cristallina, semplice perfezione di quel primo capitolo non sarebbe più stata raggiunta restando tanto più lontana quanto più disperatamente veniva ricercata.
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