Avevo 11 anni quando vidi questo concerto, fu il primo che mi portò a vedere mio padre perchè mi piaceva molto il jazz fusion quando ero piccolo e voleva farmi una sorpresa. Ci siamo seduti e stavamo per assistere ad un concerto che non dimenticherò mai. Dopo una mezz'ora di svago per andarci a prendere qualcosa da mangiare, smette la musica in sottofondo ed entra lui. Modesto, senza saluti o frasi in italiano storpiato rivolte al pubblico. Silenzioso attacca la chitarra e tutta la band (compreso un saxofonista eccellente... di cui non mi ricordo il nome) comincia a suonare. Interpretano maggiormente pezzi tratti dall'ultimo album "Voices", il suo suono particolare di chitarra... fluido e leggero si disperde dappertutto e avvolge il pubblico abbracciandolo con questo sound leggero ma anche improvvisato, di chiara matrice free jazz (anche se la strumentazione non fa proprio parte di quest'ultimo genere, poiché dispone di un solo saxofonista). Non un momento di noia, scorre via facilmente una volta che si incomincia ad ammirarlo mentre muove i capelli e mentre suona improvvisazioni e assoli sempre in linea con la musica che si sta suonando, nonostante Mike fece un intermezzo a fine concerto di chitarra dove usa anche distorsioni. Mentre io ero attento a guardare lui e capire cosa stava suonando il pubblico era rilassato, si lasciava andare ai suoi pensieri. Una nota di merito va al batterista, grande improvvisatore ma allo stesso tempo tecnico, vivace e volutamente limitato (non si lanciava quasi mai in assoli lunghissimi e velocissimi).

Un concerto ammirevole e impressionante nella sua semplicità, anche perché Mike dal vivo risulta un suonatore qualunque, non si è messo mai in mostra per tutta la durata del concerto, non suonava per il pubblico, suonava solo per il gusto di farlo, riuscendo perfettamente nell'impresa.

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