Quando si ascolta la prima volta "Moodswings" di Mike stern, contenuto in questo suo secondo disco da solista, ci si rende conto che fare musica non è come imparare l'inglese, dove solo la buona volontà e il grado d'impegno da parte della persona ne determineranno la buona ho la cattiva conoscenza; più c'impegneremo più il nostro inglese sarà buono, e non c'è persona con piena capacità di intendere e di volere che non possa parlare un inglese eccellente; magari potrà esserci chi avrà un pò più di difficoltà e ci metterà un pò di più ma a mio modesto parere ogni individuo ha le potenzialità per farcela. Non è la stessa cosa per la musica, la musica è un dono, è un talento con il quale si nasce fin da quando usciamo dal ventre materno ed emettiamo il primo vaggito, è un inclinazione naturale, uno stato e un modo di essere che sono già impressi nella mente e nell'anima della persona che dovrà solo, negli anni, impegnarsi per coltivare questo dono eccezzionale che è la musica.

Sicuramente tutti gli uomini, chi più chi meno possiedono un pò di musicalità, i meno portati ne hanno almeno un minimo ma, non tutti possono diventare grandi musicisti; in questo caso il talento è veramente grande e non tutti lo possiedono. Di tal persone ha amato circondarsi, nel corso della sua lunghissima carriera, Miles davis, maestro indiscusso dal jazz. Colui che ha deciso di essere sempre all'avanguardia, di sperimentare le nuove tendenze e i nuovi stili, precursore del jazz elettrico, non si è mai privato dell'opportunita di avere al suo fianco talentuosi giovani promesse dalla grande musicalità che egli stesso tanto predicava considerandola ingrediente fondamentale per fare jazz.

Nel 1981 esce "The man with the horn" che vede per la prima volta apparire nella line-up del jazzista, il chitarrista Mike stern, quello che appunto io definirei talentuoso chitarrista dalla grande musicalità e che ha raggiunto un elevatissimo picco di creatività, grazia e stile nel 1986 pubblicando questo splendido "Upside downside", piccolo gioiellino di musica fusion della durata di poco più di 35 minuti contenente sei bellissime tracce e, sopra a tutte una "Moodswings" da panico. L'irresistbile solo introduttivo di M.Stern accompagnato solo dal basso di Pastorius (il bassista purtroppo appare solo in questo brano) porteranno all'inserimento di batteria e tastiera, il solo proseguiea crescendo a mano a mano di intensità fino a giungere al tema principale suonato ad unisono con il sax di Bob Berg; dopo di che il giro di basso di Jaco diventa un vero e proprio swing e chitarra e sax si scambiano a turno i soli per ritornare al tema; e "Moodswings" si conclude facendoci riflettere su quello che ho scritto ad inizio recensione.

Veramente splendide sono le romantiche"Little shoes", "Goodbye again", (dove Dave Sanborn ci regala come al solito uno splendido solo di sax) e "After you". Con "Shuffle", ultima traccia del disco, fanno la loro comparsa i ritmi caraibici, il tema suonato dal sax di Bob Berg è orecchiabile e divertente ma non scontato, l'assolo di chitarra è tra i miei preferiti del disco ma anche il sassofono sopra la chitarra distorta di mike stern non schersa tirando un solo in crescendo per poi riaffievolirsi e ritornare al tema. "Upside downside" è il brano più rock e "cupo", cupo soprattutto nel solo di chitarra che appare quasi come un lamento. Il brano che da il titolo al disco si basa su i due solisti che "giocano" a variare il tema ogni volta che si ripete. Che cos'altro aggiungere in questa breve recensione se non che quest'album è un piccolo grande esempio del talento e la musicalità (attenzione, musicalità non significa tecnica, la tecnica si acquisisce con l'esercizio la musicalità o ce l'hai o non ce l'hai) di una di quelle persone che ha avuto la fortuna di nascere con uno dei doni più belli che si può avere dalla vita; saper fare musica, saper regalare emozioni alle persone che ci ascoltano.

Mi sento di consigliare questo disco oltre agli amanti del genere che sicuramente lo conosceranno, a chi ama i chitarristi e si è stufato dei soliti Satriani, Vai, Petrucci e compagnia bella; quest'album potrebbe essere anche un buon punto di partenza per chi si affaccia per la prima volta al genere grazie alla sua immediatezza....

Un salutone a tutti i lettori e recensori di DeBaser... io ho finito.

Carico i commenti...  con calma