Gioacchino Rossini noto compositore, principalmente di opere liriche per teatro, non avrebbe mai immaginato che a metá degli anni ottanta del ventesimo secolo, un inglese avrebbe arrangiato alcune sue composizioni secondo i canoni di una tradizione tipicamente afroamericana.
Premetto che non mi sono mai avvicinato a questo compositore essendo l'opera lirica, alle mie orecchie, improponibile. Certo é anche vero che, essendoci nelle composizioni del nostro Gioacchino, temi popolari famosi, molte arie mi risultarono familiari. Una ad esempio mi ha ricordato il film "Amici Miei" dove i nostri burloni la completano con un testo alquanto sconcio del quale lascio a qualche commentatore il piacere della trascrizione.
L'idea nasce da un lavoro di arrangiamento affidato a Mike Westbrook per una rappresentazione di teatro di strada del "Guglielmo Tell", e si sviluppa grazie agli ascolti che, successivamente, Kate (sua moglie) e Mike compiono dell'opera di Rossini, dove trovano parecchio materiale sul quale lavorare (tratto dall'Otello e dal Barbiere di Siviglia) e da tradurre con un approccio ispirato al jazz stampo New Orleans ma lontano dalla normale forma standard.
Quindi hanno chiamato a sé altri musicisti per formare una tipica "Brass Band": Mike al piano e alla tuba, Kate al corno tenore e alla voce, Lindsay Cooper al sax sopranino, Peter Whyman al sax alto, Paul Nieman al trombone, Andy Grappy alla tuba, Peter Fairclough alla batteria.
Questo doppio cd é stato registrato nell'86 durante un concerto tenutosi a Zurigo ed é a mio avviso, riuscito molto bene. E facile, quando si cerca di trasporre stili diversi e/o di differenti epoche, cadere in una certa rigidezza stilistica accademica, cosa che non succede in questi ottantaquattro minuti, sostenuti, vigorosi, liberi, espressi con grande spontaneitá. Predomina il jazz, ma niente di complesso; ritmiche semplici vicino anche alla forma canzone, qualche episodio di contrappunto, marcette, il canto grottesco della Kate, una dose di buon umore e simpatia, anche per rendere omaggio alla personalità di Rossini, buona tavola donne e notorietá. Per condire il tutto degli assoli straordinari, leggeri, freschi e coloratissimi (su tutti quello della Cooper nell'overture del Barbiere di Siviglia).
Insomma i Westbrook con i loro amici, tracciano questo ponte fra passato e futuro, fra il risorgimento e il post-moderno, fra opera e jazz, fra la semplicitá di certe melodie popolari e la complessitá di alcuni fraseggi solistici, riproponendo questo compositore con un linguaggio fresco, divertente ma anche riflessivo ed emotivamente coinvolgente. Un disco per (quasi) tutti.
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