Pretenzioso e molto molto confuso questo "Dust" di Milcho Manchevski, già leone d'oro a Venezia con "Prima della pioggia" del 1994, dove una lunga serie di vicende si annodavano tra Londra e la Macedonia, sua nazione natale. Sette anni dopo eccolo tornare (siamo nel 2001) con un titolo assolutamente fuoriluogo, buono soltanto per alcuni spunti.

Il racconto parte nella New York dei nostri giorni dove un giovane si intrufola all'interno di una casa per svaligiarla, essendo alla disperata ricerca di soldi per pagare due poliziotti corrotti. Ad aspettarlo trova un'anziana che dopo averlo fermato gli racconta una storia ambientata nel west, dove i due fratelli Luke e Elijah (rispettivamente David Wenham e Joseph Fiennes) si contendevano la prostituta Lilith. Questa vicenda si articola notevolmente tanto che il ladruncolo si appassiona alla storia e si dirige nell'ospedale dove l'anziana è stata ricoverata a causa di un infarto per farsi raccontare il prosieguo.

In questa vicenda che si evolve tra i fumi di New York e la polvere del west e dei Balcani, non si riesce a capire dove questo Manchevski voglia andare a parare. Per due ore ci sconquassa i testicoli con organo riproduttivo annesso con continui flashback di una pesantezza incredibile. E' una storia che non si regge in piedi fin dall'inizio, che nasce per caso e va avanti con estreme difficoltà per le impervie rocce dello scenario balcanico. Motivi amorosi e ricordi vari si intrecciano ad una scontro fratricida violento quanto banale, con la vecchietta che sull'orlo dall'aldilà continua a fumare sul letto di morte mentre il suo svaligiatore tenta di sapere più dettagli possibili per scovare all'interno della casa di lei, un magico tesoro, in qualche modo legato alla storia che la nonnina racconta.

Oltre quindi ad un plot ingarbugliato e quantomai improbabile, anche la rappresentazione non risulta apprezabile: una miriade di vicende si alternano con fiacchezza attraverso degli interpreti che tralasciando il buon Wenham, sono penosi a dir poco. Unica nota di merito per le buone sequenze delle sparatorie/battaglie all'inizio e alla fine della pellicola con relative interiora e cervelli ben spalmati per i campi insanguinati. Almeno un po' di realismo crudo all'interno di una narrazione tra il fantascientifico e il porno soft.

Insomma se proprio avete due ore da perdere potete anche immergervi in questa visione, così come lo consiglio a coloro che nelle vicende complesse e senza pretese ci vanno a nozze. Per tutti gli altri un titolo inutile, pretenzioso e anche un tantino superficiale. A voi la scelta...

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