Il 1954 è stato l'anno di ripresa di Davis e lo ha fatto con due ottime registrazioni in studio: "Walkin'" e "Bags' Groove". L'etichetta è la Prestige di Bob Weinstock che Miles ha tenuto fino al '61 alternandola con la Columbia,c on cui lavorò fino alla metà degli anni '80 quando firmò per la Warner Bros. "Bags' Groove" è frutto di due sessioni nello studio di un ex oculista: Rudy Van Gelder che iniziò la carriera di fonico solo pochi anni prima, nel 1952 sempre nello studio del New Jersey dove registrò quest'album. Le due sessioni sono datate, 29 Giugno e 24 Dicembre 1954 e vede la presenza di All Stars come Thelonious Monk, Milt Jackson e Sonny Rollins insieme a un giovanissimo e molto apprezzato da Miles: Horace Silver. La sezione ritmica é formata da Kenny Clarke e Percy Heath. Le prime due tracce, che danno il nome al disco vedono presenti Monk e Jackson e l'esclusione di Rollins.
Il fatto "curioso" che gira intorno alle due take di "Bags' Groove" è che quando Miles, dato che non gli garbava il modo in cui lo accompagnava Monk, gli disse di non suonare sopra i suoi assoli, il pianista se la prese e quasi fecero a botte. Fatto smentito poi dallo stesso trombettista nella sua autobiografia. "Bags' Groove" è scritto da Milt Jackson che diventò subito standard, come gran parte dei pezzi dell'epoca arrangiati e suonati da Miles Davis. Un introduzione alla "walkin'" e poi i classici assolo dei solisti, prima Davis che inizia il tema e poi seguito dal vibrafono di Milt e un grande piano groovoso e sincopato di Monk. La sezione ritmica, in particolare il contrabbasso di Percy Heath tiene legato il tutto senza perdere mai l'atmosfera creata: allegro ma non euforico con un pò di spensieratezza. la terza traccia, come la quarta e la sesta, è di Sonny Rollins che data la sua passione per l'Africa chiamò "Airegin" ovvero Nigeria al contrario. Un pezzo duro, con un gran passo frenetico fin dalla prima battuta, che travolge tutto con sax, tromba, basso e batteria che partono in contemporanea lasciando poi lo spazio agli assoli dei due fiati per ritrovarsi alla fine ancora insieme a suonare il tema "Airegin". Molto groove anche in "Oleo" che vede come il pezzo precedente e i successivi l'ingresso di Horace Silver per me azzeccato, "col suo stile funky" come piaceva a Davis.
I brani, a mio avviso, migliori sono le due take di "But not for me" di George e Ira Gershwin. la seconda take, malinconica e meno spensierata rispetto all'altra vede il miglior assolo di Davis, o meglio, quello più avvolgente e caldo. Anche qui Silver accompagna gli assolo in maniera perfetta dando energia con un ritmo saltellante e dolce. "Doxy" con la sua introduzione e gli assolo è il pezzo più tranquillo e rilassante e con un'atmosfera molto elegante e cordiale. Insomma hard bop come venne chiamato dai critici, il giusto seguito di "Walkin'" in un percorso che ormai sembra chiaro, un Davis sicuro di se ispirato da Ahmad Jamal e con un pianista come Silver che poteva dargli quel suono. Uno dei migliori lavori.
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