Ecco invece un esempio di un Grande Artista che volendosi rinnovare nello stile e volendo necessariamente stare sulla cresta dell'onda (possedendo tendenzialmente tutti i numeri per poterlo fare), si accomiatò dalla vita artistica (e terrena) con questo album che, a detta di molti, è considerato la vera pisciata fuori tazza di un genio della musica del '900.

Davis, da vero artista qual'era, aveva sempre rifiutato, quasi fosse una scelta etica, di coerenza e rispetto per il suo pubblico, di ritornare musicalmente sui propri passi e ripetersi in una caricatura di se stesso (lezione umana e morale che dovrebbe essere impartita a molti personaggi del musica business italiano ed internazionale!). Sarà anche un caso, ma nel giro di breve trovò la morte ad attenderlo, a sottolineare la sua resa artistica ed umana e la chiusura di un cerchio, un po' come se la sua "missione" in terra si fosse conclusa e dovesse meritarsi l'agognato riposo. . . Questa incisione che può essere considerata già storica, se valutata con il metro della successiva evoluzione musicale e coerente dal punto di vista delle intenzioni, è purtroppo il canto del cigno di quello che fu Miles e per il suo apporto alla Musica nel secolo scorso.

Resta veramente poco di jazzistico in questa incisione, se non deboli intrecci ricamati da una tromba stanca e pigra su basi hip hop di un semisconosciuto rapper che approfittò della ghiotta occasione per avere il suo quarto d'ora di celebrità. Per molti "Doo-bop", ha rappresentato una delle migliori incisioni di Acid Jazz, a conferma delle intatte capacità di Davis da fungere ancora da "catalizzatore" musicale ma a mio modesto parere l'album è datato (molti funkettini tra il Prince inizio anni 80 e il primo Hip-hop dei Beastie Boys )e musicalmente arido con pochi guizzi di genio e molto, ripeto molto gran mestiere alla spalle. Un disco chiaramente "sacrilego" per i puristi del jazz, che è diventato il punto più basso della carriera del più grande jazzista che la Musica Jazz (e non solo) ricordi. Per molti invece il punto d'inizio di qualcosa di nuovo che difatto non avvenne mai (e forse è meglio così!). Salvo considerare questo disco un punto di riferimento per la scena hip-hop, trip-hop, down tempo e tutti i cloni-derivati degli anni a seguire, ma ho i miei forti dubbi a riguardo perchè la strada fu solo "abbozzata" senza indicazioni di particolare rilievo, lasciando quindi aperta la ricerca sonora ai successori del genere. Un mezzo passo falso che nulla toglie alla grandezza del Picasso musicale del '900.

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