Nasce dalle session del 1956, il gustoso assemblaggio di 6 brani raccolti dalla Prestige intitolato "Relaxin' With Miles Davis Quintet". Il quintetto composto da Miles Davis, naturalmente alla tromba, John Coltrane al sax tenore, Red Garland al piano, Paul Chambers al basso, e Phil Joe Jones alla batteria.

Siamo in pieno periodo hard bop, dove Miles mette in evidenza la sua arguzia esecutiva sfruttando la sonorità dello strumento che "abbraccia/bacia" il microfono, creando così un suono più ovattato ed adatto ai percorsi musicali improntati sullo stile "ballad".

Va specificato, per evitare fraintendimenti, che l'hard-bop, figlio del periodo cool davisiano degli anni precedenti, è a dispetto della parola "hard", uno stile fortemente caratterizzato dall'armonia e dall'orecchiabilità, che si pone in contrapposizione (ma non in conflitto) con il be-bop.

Sebbene il quintetto, formatosi da un paio di anni, si sia occupato fin qui di rivisitazioni di standard be-bop e classici del periodo pre-bop, questo album è la testimonianza di come la forma di revisione sia il passaggio verso uno stile unico e in un certo senso innovativo. Un percorso verso nuovi orizzonti, determinati dalle trovate stilistiche del genio di Miles che culminerà pochi anni dopo con il famoso ed apprezzato (ma non riassuntivo) "Kind Of Blue".

Si, perché il quintetto va preso in toto, dal 1954 al 1959, con tutte le session, le intercessioni di "Cookin' " e "Milestone", dove il contributo contenutistico del jazz continua a prendere ossigeno e sgomitare con grazia verso orizzonti nuovi, esperimenti, pulviscoli magici ed essenze sonore preziose.

Parliamo ora dell'album in questione.

La melodia è evidenziata fin dal brano di apertura "If I Were A Bell" che si avvia sulle note meglio conosciute dal popolo italico di "Fra Martino Campanaro" (filastrocca famosa in tutto il mondo, probabilmente di origine francese), dove Miles si ritaglia il suo spazio di ingegnosa struttura ludica, accompagnata dalle spazzole di Jones e le soffici note accennate di Garland. Un vero gioiellino, divertente, dove il tema di partenza certamente orecchiabile, spiana sul percorso successivo in forma di piacevole e rilassante intrattenimento.

"You Are My Everything" è squisitamente hard-bop e romantica, giusto in anticipo sullo stile di "Kind Of Blue", che per molti rappresenta l'apice del quintetto, ma che non deve far distogliere dalle tracce degli anni precedenti, di indubbio valore storico, che hanno portato a tale conclusione. In questo pezzo c'è il chiacchiericcio dei musicisti, proprio ad evidenziare l'atmosfera e rafforzare la situazione di pieno relax. "I Could Write A Book" è un racconto frizzante e garbato, dove i musicisti si intrecciano alla perfezione e Miles gorgheggia aristocratico e felino.

Con "Oleo" il tratto è fluido e scattante, con impennate fulminee e travolgenti ingannate da pause di intesa. E' un pezzo di grande rilevanza e vede tra le righe lo zampino di Charlie Mingus, il quale. insieme a Davis, ha dato vita a questo gioiellino indimenticabile, dall'apparenza scarna ed allo stesso tempo col dinamismo di danzanti scintille sulla brace. "It Could Happend To You" è quasi un duetto Davis-Garland con una tematica che incarna il sobrio stile di Miles di questo lustro. "Woody And You" è una perla di dinamismo dove l'intervento dei singoli pesa tantissimo sull'intensità del pezzo che chiude in modo spettacolare il percorso. Suono ricco, più corposo rispetto ai brani precedenti, brillante e coinvolgente. Ancora una perla.

Il Miles che preferisco.

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