Miles Kane nell’ultimo periodo non è stato certo con le mani in mano.

L’ex Rascals e componente dei The Last Shadow Puppets (assieme al ben più in vista Alex Turner) ha collaborato a “Blue Banisters” di Lana Del Rey (nella bellissima “Dealer”) e si è divertito nel supergruppo Jaded Hearts Club Band (assieme a Graham Coxon e Matthew Bellamy). Dall’ultima prova in solitaria sono passati ormai quattro anni, e adesso è finalmente il momento di riprendere il filo del suo percorso solista.

Lo fa con questo “Change The Show”, che si discosta in maniera piuttosto netta (anche se non del tutto) dalla decisa sterzata britpop del precedente “Coup De Grace” e ci consegna un Miles più maturo ma al contempo divertito, che si lascia finalmente andare nel confezionare un lavoro pienamente intinto nelle sue più sfrenate passioni musicali.

C’è l’eroe dichiarato di sempre, ovvero Paul Weller (e ovviamente anche i suo Style Council): lo ritroviamo un po’ ovunque in questo nuovo lavoro, ma stavolta è diluito in un sound che passa in rassegna la Motown, il glam rock più genuino ed il northern soul.

E’ la ballad lennoniana “Tears Are Falling” ad aprire meravigliosamente i giochi, seguìta dal devastante singolo “ Don't Let It Get You Down”, aperto da una frenetica pioggia di percussioni ed impreziosito (come tanti altri brani del disco) dai cori di Holly Quinn-Ankrah, già nella band di Liam Gallagher (per non parlare di un cammeo sottoforma di spoken word del comico inglese Paul O’ Grady). “Nothing's Ever Gonna Be Good Enough” rispolvera la preziosa Corinne Bailey Rae in un duetto sfacciatamente Ike & Tina Turner, mentre la titletrack si riavvicina al più recente britpop e mette a nudo tutte le somiglianze tra Kane e l’ex frontman degli Oasis.

Trovano spazio anche un pezzo che rimanda alle avventure col compagno Turner (“Constantly”) e una manciata di brani confezionati con classe e gusto, fieramente conservatori e finalmente cuciti a misura del proprio interprete, come uno dei tanti abiti stilosi che Miles ama sfoggiare in ogni occasione.

Un gran bel disco e forse il suo migliore da solista, sicuramente quello con maggiore personalità. Decisiva la scelta di re-inciderlo daccapo, dopo il termine del soggiorno triennale di Kane a Los Angeles.

Brano migliore: Change The Show

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