Dalla piccola Lituania arriva il collettivo Milky Lasers, progetto mirato ad un'insolita electro-downtempo, fortificata da svariate contaminazioni, che spaziano dall'electropop 80's, al folk, per passare all'Acid & Nu Jazz, (genere su cui parrebbero definitivamente approdati nel sequel "Kitchen"). E sebbene quest'ultimo, pur nella sua staticità, si presenti come un lavoro più maturo e curato, non v'è dubbio che è però con la varietà e i bizzarri esperimenti dell'esordio "Voyage", tipici di chi voglioso di mettersi in gioco senza aver nulla da perdere, che i quattro raggiungono il punto più alto di una breve, ma già promettente carriera.

Il disco esce nel 2005 per la tedesca Phazz-A-Delic, e malgrado debuttanti assoluti, senza nozione musicale alcuna, la band sa stupire con un sound fresco ed originale, personalissimo e riconoscibile tra mille, (cosa da non poco conto in un genere ormai piuttosto quadrato come il downtempo). La produzione scrupolosa e il frullato di idee che Sarapovas & soci riescono a concretizzare in tracce difficilmente inquadrabili, come la cavalcata "Sni Trava", e la frizzante "Tai Chi", ne fanno un prodotto senz'altro appetibile, e il fatto che in quest'ultime, cosiccome più avanti, nello stesso tempo riescano a trovare spazio echi asiatici, strambi cantati in lingua madre, beat electro vintage e scratch Hip Hop vecchia scuola, non fa che ribadire la loro positiva ecletticità.  

Il nome e la rispettiva presentazione del moniker rispecchia in pieno l'intenzione artistica del quartetto lituano, che forgia un album a due facce : la "morbidezza" del latte è rappresentata da episodi downtempo raffinati ed eleganti come "I'm In Love" (funziona la trovata di alternare rhodes ed elementi folk a synth techno), e la piacevole "Comfort". La potenza dei laser è invece raffigurata da tracce imprevedibili, con pulsanti accoppiate beat-basso (molto ispirato il programmatore Julius), dai toni funkeggianti e dancerecci, quali "Born Again", "My Mood", dove aleggia lo specchio dei migliori Headhunters! Spazio anche a sonorità di NewOrderiana memoria sulla breve quanto intensa "Dance Was Over", che mette in luce le ottime credenziali del tastierista Vytis. Sul finale emerge il lato più divertente e demenziale dei Milky Lasers: "Robot Is Also Human", e "Voyage" sono il trionfo della musico-idiozia, il cantante continua a fottersi dalle risate, non riuscendo a portare avanti una banalissima strofa su un altrettanto banalissima (e malata) base.

Un disco variegato e singolare per 45 minuti di buona musica; notevoli e dotate le voci, che alternano brani in inglese ad altri in lituano; unico neo alcuni motivetti spesso -troppo- banali, ma i successivi lavori confermeranno che non era certo con le "Robot Is Also Human" di turno, che si dovevano prendere sul serio). Per chi stufo del solito calderone alla K&D.

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