"Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo's nest".

È a una di queste tre oche che fa riferimento il titolo del film cinebrivido di Milos Forman, data 1975. Il cuculo (la cucula) è un furbo quanto stronzo uccellino che depone le proprie uova nei nidi altrui, scaricando vitto e alloggio dei piccoli ad un uccello sfortunato. E non è tutto: una volta nati i pulcini spingono fuori i veri eredi della signora uccello sfortunato e come se niente fosse ne prendono il posto. Nella mia visione del film il nido è un ospedale psichiatrico, gli uccellini i malati al suo interno, e l'oca nientepopòdimeno che Jack Nicholson (nel ruolo di R.P. McMurphy).

Cinque anni prima di arrivare all'Overlook Hotel, Colorado, in Shining, Nicholson interpreta magistralmente la parte di un malato mentale (vero o presunto, ma sicuramente schizzato) tolto ai lavori forzati per essere trasferito in un ospedale psichiatrico, dove sarà compito dell'equipe medica stabilirne lo stato psichico. Qui fa la conoscenza dei compagni di reparto, degli infermieri...insomma, i nomi sono reperibili su wikipedia. I malati, per gran parte pazienti volontari, conducono la loro placida esistenza nell'ospedale, accettandolo come alternativa meno pericolosa alla vita reale, là fuori, dove tutti corrono e sono così svegli e così pronti così veloci per loro. Ecco Jack "McMurphy" Nicholson, una volta posatosi nel nido del cuculo non spinge giù proprio nessun uccellino, li fa decollare. Il suo esserci è così grande rispetto al nido che gli uccellini sono costretti a schizzare fuori, prima con titubanza poi pieni di ammirazione; McMurphy è un ribelle, scatenato, indomabile con una pastiglietta alle tre del pomeriggio, ed è proprio sulla figura più insospettabile che eserciterà il suo influsso maggiore: l'immenso nativo americano "grande Capo" Bromden (Will Sampson). Il rapporto tra i due è sicuramente l'elemento più affascinante del film. Nell'evolversi dello sguardo sempre celato del Grande Capo, da perso a impassibile a sconcertato a pieno di speranza a risoluto, si riconosce l'opera compiuta da McMurphy, tra una fuga collettiva e un party alcolico clandestino.

Senza spoilerare, il finale è uno dei più belli nella storia del cinema: la rottura di una linea, un tramonto, una corsa, un nuovo inizio.

Vedetelo

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