ELECTRONIC FOR THE PEOPLE
Quando si dice la stratificazione.
Il debutto del canadese MIKE MILOSH tenta, con successo, uno strano connubio tra elettronica IDMiana e sensibilità black-ish (ma lui è bianco) di stampo soul-r'n'b.
Ecco, dunque, che su un impianto sonoro sintetico, edificato su solide fondamenta di bleeps, beats & loops, si innestano sporadici strumenti acustici e inserti vocali assolutamente "organici", caldi e umani; ne risulta un gioco di sovrapposizioni a tratti esaltante, due sensibilità ipoteticamente distanti che trovano un punto d'incontro davvero "ideale" in cui le melodie siderali e post(ma non dis-)umane di AROVANE, BOARDS OF CANADA o del primo MANITOBA convivono con un'anima Motown à la MARVIN GAYE.
Proprio MANITOBA (canadese come il Nostro) fornisce invece con l'ultimo "Up In Flames" il termine di paragone, se non musicalmente, concettualmente più calzante, con quelle sue creature musicali ibride e mutanti in cui è possibile individuare (ma non isolare) gli elementi elettronici, acustici, folk, psichedelici e via contaminando.
Undici le tracce di "You Make Me Feel", sulle quali svettano: la title track posta in apertura, che scopre subito le carte col suo incipit che sembra uscito da "Music Has The Right To Children" sul quale irrompe un you make me feel so happy cantato con l'anima; "Your Taste", da ascoltare quando "tutto va ma non va" e si ha bisogno di un po' di "pace"; "Something Good" per sperare davvero che something good is gonna happen; "Your Voice" in cui si affacciano inquietudine e suoni "concreti"; "Time Steals The Day", la più serrata ritmicamente, che lascia infine il campo alla conclusiva "Frozen Pieces", da ascoltare in una piovosa domenica di novembre, pensando agli orizzonti perduti che non ritornano mai...
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