Chi mi conosce sa che non mi piace e che non sono granché bravo ad andare subito al dunque, ma questa volta ci proverò.
Io adoro questa canzone.
Molto è dovuto sicuramente al fatto che ha un fortissimo sapore fine anni 60 inizio anni 70, mi ricorda la mia infanzia, mi ricorda mio padre che era un grandissimo appassionato di Mina, ed io allora non potevo capire, e tutti in famiglia lo criticavamo e sfottevamo per questa passione (anche estetica, intendo per Mina come donna) che ritenevamo esagerata ..
Ma mio padre aveva dei gusti più raffinati e ricercati in tutti i campi, io all’epoca, dopo aver messo da parte lo zecchino d’oro, mi appassionavo soprattutto a roba tipo "Kung Foo Fighting" o "Ramaya", più o meno era così anche per mia sorella, e mia madre fra Mina e Sophia Loren… preferiva Gina Lollobrigida, in compenso ascoltava Domenico Modugno..
Quando si diventa adulti quasi sempre ci si trasforma nei propri genitori (nel mio caso in mio padre), e allora si capiscono tante cose, anche del rapporto con i figli (e le figlie..).
Ma penso che, a parte i sentimenti e la grande interpretazione di Mina, “Se telefonando” sia indubbiamente un assoluto capolavoro di valore universale non solo per la sua parte musicale ma anche per quanto concerne il testo (il dominio assoluto di Mogol su questo tipo di tematica, quella degli amori conflittuali, in particolare in sodalizio con Battisti, è ancora da venire).
Insomma, è come se tutte le pagine strappate o semplicemente voltate di tutti gli amori inesorabilmente finiti di tutti gli esseri umani fossero ritrovate, rigirate, analizzate e trovassero una sintesi perfetta ed emozionante in questo piccolo film con la straordinaria (l'ennesima) colonna sonora di Ennio Moricone sulle parole di un particolarmente ispirato (come paroliere) Maurizio Costanzo.
Oggi, grazie ad un “collega” che all’interno di una sua recensione me la ha involontariamente ricordata, sono tornato ad ascoltarla per l’ennesima volta.
Non solo.
Mi sono messo al mio pianoforte (digitale) e ho cercato i suoi accordi e le sue melodie ad orecchio.
Strofa e ritornello.
Un tempo lo facevo molto più spesso, ora molto meno, segno dell’età che avanza e dell’entusiasmo e la pazienza che si riduce.
Per quanto riguarda la melodia (del ritornello) sono poche note, tre note (pare ispirate al suono della sirena delle auto della polizia marsigliese) che in maniera geniale si accrescono man mano che il brano avanza mantenendo però intatta, sempre riconoscibile, la loro identità.
Ma la magia di questo brano (la fonte del suo climax emozionale) è a mio avviso anche e forse soprattutto nella sequenza armonica, come cerco di descrivere di seguito (NB: non sono un musicista professionista, chiunque lo sia aggiunga qualcosa dove pensa sia necessario).
I primi accordi del ritornello sono i seguenti:
Fa diesis, Si, Si bemolle minore, Mi bemolle minore, Si, Re bemolle
Questa sequenza si ripete in maniera simile ma non identica come segue:
Fa diesis, Mi bemolle minore, Si bemolle minore, Si, Re bemolle
La differenza è tutta negli accordi in seconda, terza, e quarta posizione che sono gli stessi ma posti in ordine inverso nelle due sequenze.
Una differenza sostanziale.
"Se telefonando io potessi dirti addio ti chiamerei"
La prima sequenza trasmette, almeno per me è così, forse a causa dei primi due accordi che sono in maggiore, un netto sentimento positivo, di speranza, di illusione.
"Se io rivedendoti fossi certa che non soffri ti rivedrei"
La seconda sequenza, con i tre accordi in ordine inverso, al contrario trasmette, forse a causa del secondo accordo che ora è in minore, un già velato sentimento di imminente disillusione.
Un'andata e ritorno lungo la scala armonica fatta di quei tre accordi, quasi che il ritornello si riavvolgesse su se stesso.
Ma… è in coda alla seconda sequenza che Morricone pone davvero la sua magia, con l'aiuto della metrica del testo di Costanzo.
Mentre nella prima sequenza di accordi le due ultime sillabe "re" e "i" (di "rivedrei") sono rispettivamente sugli accordi di Si e Re bemolle (quarto e quinto accordo), nella seconda sequenza sono sugli accordi di Re bemolle (quinto accordo) e di … Fa diesis.
Questo nuovo accordo, necessario per coprire al termine della seconda sequenza la sillaba "i", è usato come un nuovo "gradino" dalla canzone che ritrova lo slancio e ricomincia il suo ritornello, con un accordo di Si bemolle (maggiore), in una tonalità più alta.
Una rincorsa, ultimo tentativo finale, a cercare di afferrare qualcosa che sfugge, che si allontana.
Una metafora musicale (qualunque cosa significhi) a tutti gli effetti.
Penso che questa cosa che ho cercato (malamente) di descrivere sia una delle cose più belle e straordinarie fra tutte le cose (bellissime) composte dal maestro Morricone.
Bellezza formale, "matematica" (l'inversione dei tre accordi, il "gradino" musicale aggiuntivo, ma anche la ripetizione del ritornello in una tonalità più alta) e contenuto (le diverse emozioni evocate dalle due sequenze del ritornello, dal "gradino", e dallo stesso salto di tonalità) si riflettono una nell'altro alla perfezione, un po' come nelle opere di un certo Johann Sebastian Bach (e il paragone non sembri blasfemo).
Lunga vita, nel Paradiso dei musicisti, al maestro Morricone.
E un bravo anche a Costanzo.
Ho finito.
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