Per quei pochi che mi seguono ergo, che hanno letto le mie due recensioni: sono nuovo su questo sito - proprio ieri, appunto ho scritto la mia prima recensione - e ho accennato di essere fan del progressive, comunque della musica difficile come diceva qualcuno MA, come tutti, ho un debole. Quel debole si chiama Mina ed è considerabile, almeno per me, la migliore cantante/interprete italiana esistente.

La ascolto da marzo di quest'anno e sin da allora mi ha tradito (musicalmente parlando) davvero poche volte: ovvio, essendo fan del prog soprattutto quello nostrano, mi è stato difficile accettare la condizione di ascoltare musica leggera. Pensare che proprio qualche mese prima avevo cominciato ad ascoltare il primo De Andrè, quello di "Tutti Morimmo A Stento" e lì me ne innamorai: ma si parlava di altro, anche perché quella di De Andrè è un'opera acustica immortale, che verrà ascoltata anche fra 100 anni.

Tornando a Mina: ho fatto un passo in avanti e ho accolto con positività la sua musica, rimanendo certe volte ad occhi lucidi con certe canzoni. Ci sono dischi più noti e dischi meno noti ma Mina rimane comunque una Dea, con la d maiuscola. Volevo, perciò, recensire quello che è sia il suo doppio disco che il suo disco migliore fino ad oggi. Premetto subito una cosa: non ho ancora ascoltato proprio tutti i dischi di Mina. Su 74 dischi in studio ne avrò ascoltati minimo una quarantina, ma vabbuò.. Vi presento, quindi Singolare/Plurale!

Come è noto ai fan, i dischi di Mina sono colmi (o stracolmi) di interpretazioni di canzoni di altri artisti e di inediti; questo soprattutto lo si nota nei dischi più recenti come, per esempio, "Maeba", uscito nel 2018. Entrambi i dischi sono usciti nell'ottobre del 1976, in piena era di svolta soft rock. Non a caso le influenze presenti in "Singolare" sono soft rock, accompagnate ad un sano pop rock, che ricorda molto quello inglese per via degli arrangiamenti - probabilmente - e dalla musica leggera accompagnatrice di Mina sin dagli albori. Un'ultima cosa da dire riguardo i titoli: essi sono molto coerenti perché se nel primo disco Mina canta da solista, nel secondo ella sarà accompagnata dai cori.

In "Singolare" le tracce migliori da segnalare sono "Sognando", "Colpa Mia" ovvero una delle più grandi canzoni cantate da Mina, "Terre Lontane" che, per qualche oscuro motivo tendo a paragonarlo a "Impressioni di Settembre" per via di un rimando al ritornello, "Ancora Dolcemente", "Io Camminerò" e "Nuda". "Colpa Mia" è un singolo riuscito davvero bene in questo disco: inizia con atmosfere folkeggianti e poi sprigiona, tramite la voce armoniosa e ben delineata della Mina, un'aura molto potente che si riscontra per tutto il disco: un'aura che trasmette malinconia, tristezza ma al contempo anche felicità e desiderio.

Dopo una piccola introduzione contenenti le prove in sala, "Plurale" si apre con "Moonlight Serenade", proseguendo con "C'è un uomo in mezzo al mare", "My Love" e continuando la stessa cosa con "El porompompero", "Mitchelle" e "Scettico Blues". Se la Mina precedente era influenzata da generi contemporanei, questa Mina sembra riesumare quella di un decennio fa, ovvero la Mina che narrava delle canzoni e dei cantanti jazz ispiratori. Ancora una volta, il disco coinvolge - forse un po' meno del precedente - e riesce a risultare una bellezza sonora. Si passa da ritmi foxtrot a dei lenti blues, tutto con una lentezza ben giustifica e che viene intervallata da dei canti acapella realizzati abbastanza bene.

In conclusione: il disco è un capolavoro, forse migliore di quello che fino a tempo fa era il mio disco di Mina preferito - "Bugiardo Più Che Mai... Più Incosciente Che Mai" - ma tant'è.
Spero vi sia piaciuta la recensione!

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