Tutti si sono un po' distratti a causa di Sanremo e pochi si sono accorti che oggi è già uscito, con un giorno di anticipo, il nuovo album di Mina. Non uno di quei dischi con canzoni inedite scritte dai vecchi e nuovi guru della musica pop, che sinceramente da almeno quindici anni non dicono più quasi nulla, ma uno di quegli omaggi alla musica del passato, che ancora valorizzano e ci fanno gustare le doti vocali della tigre di Cremona.

Il disco è un omaggio alla musica classica, in particolare al melodramma dell'800 e del '900, come si evince anche dalla copertina che in filigrana reca la scritta "MELOMINA" scritta decine di volte, più qualcosa da un passato più lontano.  L'autore più presente è un certo Puccini Giacomo, di cui Mina canta una bellissima "Mi chiamano Mimì" e il "Nessun Dorma" già ascoltato in anteprima a Sanremo. Presente anche l'America con un estratto da "Porgy and Bess" di Gershwin e un brano da West Side Story" di Bernstein. Qualche divagazione non prettamente operistica con Oblivion di Piazzolla ed un Adagio di Albinoni con testo. Il tutto finisce con "Sono andati", aria Pucciniana tratta dalla Bohème, che riprende ovviamente il "Mi chiamano Mimì" dell'inizio chiudendo il cerchio.

L'orchestra è diretta come sempre dal maestro Ferro, che ha curato anche gli arrangiamenti, molto Gershwiniani come al solito. Gli arrangiamenti di Ferro sanno sempre esaltare la voce di Mina modulando all'infinito sulle sue note lunghe. Mina, poco valorizzata nelle canzoncine dei vari "Bau" e "Bula Bula" qui, come già in "L'allieva" sfodera tutti i suoi colori e la sua forza

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