E' il terzo disco della band; purtroppo l'ultimo.
Ancora cambi di formazione, ancora un cambio di rotta musicale. Questa volta il passo viene rallentato a dismisura, avvicinandosi a sonorità Heavy-Doom pesanti, claustrofobiche. Come dei Sabbath al rallenty, con la voce di Patrick Dubar che si pone a metà strada tra Ozzy e Chris Cornell. La produzione, grezza e chiusa (da addebitare ad un budget ridicolo) non aiuta e rende l'ascolto dell'intero lavoro un macigno a tratti insormontabile, insostenibile.
Sembra di udire un unico brano, perchè la costruzione delle singole canzoni è similare. Le chitarre mordono, colpiscono duro; la sezione ritmica è spessa, limacciosa. In alcuni momenti anche il cantato assume movenze torbide, stanche, come se Patrick volesse quanto prima togliere il disturbo, chiudere il disco ed anche la carriera dei Mind Funk. Ci sono dei rarissimi momenti più tenui, con dei suoni meno lividi e la presenza di poche note acustiche.
Per il resto siamo nell'ombra più totale, sotto un cielo plumbeo, nerastro. "Weird Water" è l'unico deciso rimando al passato, allo Psycho-Stoner del precedente Dropped.
Negli anni sono riuscito comunque ad apprezzare questo oscuro canto del cigno di una delle band più sottovalutate e sfortunate degli anni novanta.
Diabolos Rising 666.
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