Mi spiace ma no. Non basta che vai a Berlino, che ti fai fare il disco dal produttore dei Strokes, ossia Gordon Raphael, per fare un album buono. Se vai fino a là, a registrare negli studi della Rundfunk con un produttore di questa caratura puoi almeno avere il buon gusto di portarci qualcosa di buono, di ben fatto. Per realizzare invece "Cultura generale", stavi a Milano e facevi prima.

Perchè questo è un album senza anima, con pochissime intuizioni e taaaaaaaanti riempitivi. Evidentemente l'inventiva era poca, però l'album andava fatto, che mica puoi sgarrare, quello no, non ti è concesso, e quindi buttiamoci tutto in questo calderone e ciò che esce lo pubblichi, che i tempi stringono. L'impressione dopo averlo ascoltato parecchie volte è questa, punto.

L'idea di registrarlo in presa diretta, senza grossi aggiustamenti alla fine, giova solo alla batteria, che finalmente spicca di più (prima a malapena si sentiva). In compenso perde un sacco la voce del cantante, che mostra tutti i suoi limiti, già palesemente mostrati live (dove però suonano e tengono bene il palco).

L'inizio non è dei migliori, visto che "Cronometrare la polvere" passa e dopo 2 minuti manco te la ricordi. Boh, vabbè.

Dopo ti trovi "Balla quello che c'è", un pezzo come tantissimi altri, niente di speciale. Condivide l'inutilità con "Estate povera" (che di bello ha solo l'idea di fare un video interattivo), dove oltretutto il testo è veramente ma veramente scarso. "Macchine sportive" se non altro sarà piacevole live, visto che ha l'unica funzione di pestare forte. Carino e nulla più il testo ironico.

"Le porte" è terribile, pezzo più brutto di sempre, non solo dell'album. L'avessero fatta i Dear Jack non te ne saresti accorto (e questo basta).

"Io sono fatto di neve" è la luce in fondo al tunnel. Un bel lento, sorretto da un testo abbastanza buono. Finalmente, magari ora si sblocca.

E invece no. "Idioti" ha una buona base strumentale supportata da un testo ORRIBILE, la fiera della banalità, che spicca nel finale: "idioti, nel migliore dei casi vi sentite cattivi, nel peggiore lo siete per sentirvi vivi". Ma per favore, AHAHAHAHAH, ma sei serio? Sarebbe una frase intellettuale questa, ben studiata, da colto? Peccato perchè il cantanto/urlato e la musica sono più che buoni, se il testo fosse stato all'altezza avremmo parlato di ottimo pezzo, ma così no,a queste condizioni non ci sto.

"Lei non deve stare male mai" è un lentone sul volere che il partner non stia mai male, a costo di sacrificare anche sè stessi, perchè in un rapporto l'aspetto più importante è il bene comune. Peccato che su una base minimalista il cantante faccia una tremenda fatica a stare sulle note alte e questa sensazione da un pò fastidio, peccato per l'occasione sprecata.

"Il giorno che riprovo a prendermi" è la brutta copia di tanti pezzi passati, poca ma poca roba. "Vivere da signori" è la seconda parte di "Macchine sportive", e lascia il tempo che trova.

E arriviamo finalmente al pezzo fuori dal coro. "Cultura generale" è un qualcosa di diverso, due minuti e poco più di ritratto inquietante del paese. Un esperimento molto molto ben riuscito e azzeccato.

Infine il vero capolavoro se vogliamo dell'album: Sabotaggi. Un bel pezzo intimista dove la voce del cantante non sfigura anzi riesce ad eccellere e coinvolgere. Il suonato fa bene il suo lavoro e cresce fino a esplodere nel finale, ponendo la parola fine al disco. Davvero niente male, peccato sia un caso isolato del disco.

In definitiva, un album molto mediocre, con pochissime luci (Io sono fatto di neve, Cultura generale e Sabotaggi) e tante ombre. "Per un passato migliore" era di tutt'altra pasta, più genuino e immediato, qua sembra tutto studiato male, buttato lì alla rinfusa, si avverte troppo la mancanza di tempo. Se il risultato è questo la soluzione migliore sarebbe stata rimandarne l'uscita e lavorarci ancora ma purtroppo non si poteva (o si)?

Ciò che colpisce oltretutto, ma già dal precedente lavoro, è l'intento di non provare più ad abbracciare nuovi lidi, nuove forme musicali, nuove contaminazioni. Si è scelto per le canzoni semplici, dirette, dalla struttura metrica identica (ripudiando non poco il lavoro fatto con Fuori); benissimo dico io, ma se hai scelto questa strada devi farla bene, così è solo tempo sprecato. Come quello per ascoltare questo disco.

Carico i commenti...  con calma