Il più importante gruppo hardcore, per dio. Paranoia, rivoluzione e riconsiderazione di se stessi e del movimento in generale si prendono per mano, per formare in quel di Washington DC la "roba nuova", finalmente definita in tutte le sue parti. Capita che questo pelato (che sono 25 anni che se ne parla), amico di infanzia del Rollins, trovi un batterista più strambo che no, uno che il punk lo vuole spaccare in più parti possibili, uno che che se gli dai un tempo lui te lo dimezza, e poi ancora, e poi ancora, e poi ancora. Gli altri due sono un fighetto da college ed un nerd che più nerd non si può. Insomma, questi quattro sfigati, al secolo Ian MacKaye, Jeff Nelson, Lyle Preslar e Brian Baker, mettono su in una specie di "68" al contrario, una comune prove-concerti-registrazioni. Una comune di 4 sfigati. Fatto sta che qualcosa combinano. Io, che normale non sono ma che qualche disco per sbaglio l'ho sentito, sostengo da sempre che senza questi qui il punk si sarebbe esaurito in un paio di anni, che non avremmo avuto nulla, no Minutemen, no Huskers, no Operation Ivy, nada, niet. Perché sono loro che escono dal giochino "fanculo la società sono un punk", posizione che non ti permette di valutare o solo criticare, essendo una valutazione o critica in prima istanza.

Loro sono tanto diversi, loro sono soli e asociali, non ci sono "posers" nei Minor Threat, niente atteggiarsi, eravamo tutti timidi per parlare quindi abbiamo solo urlato. E allora via, questi 4 borghesi vomitano merda su tutto e tutti, ma non per essere iconoclasti, non per essere contro, se non ci fosse il pubblico sarebbe anche lo stesso, io, io e ancora io, e "No future" un cazzo, ci sono anch'io e ci voglio restare come voglio io, se il massimo che quel coglione di Derby Crash è riuscito a fare è spararsi sbobba nelle vene io voglio essere diverso, voglio dire le mie cose.

I concerti tutta una cosa diversa, niente autocelebrazione, e non siamo sadici di merda, se pensi di venire qui e vedermi tagliare la pancia ad uno con una lattina di birra aperta in due per farti il teatrino hai sbagliato serata, vieni domani, ci sono gli Exploited. Autodistruzione perché mi sento di farla, e senti tu quello che ho da dire, non "devi", ma mi verrai dietro perché questo è hardcore, ripeterò le stesse tre cose per un intero minuto, 60 secondi battuti e ribattuti, le mie urla da teppista ti faranno scoppiare la testa, e o inizi a pensare o te ne vai (con gli Exploited, così hai le tue canzoncine da cantre con gli amichetti tra una pera e l'altra).

Qualche EP prodotto, una "Complete Dischography" e niente più, abbastanza per rivoluzionare e dare nuova linfa al genere, diventare pietra di paragone, passare qualche musicista ai Bad Religion (il ragazzo voleva i soldi, li ha avuti) e cominciare il discorso "post", con una band semisconosciuta chiamata "Fugazi". La discografia completa è un normale CD, contiene 20 e passa pezzi, la maggior parte di un minuto, tra cui capolavori come "Filler" (Il Pezzo Hardcore), Straight Edge", "Small Man Big Mouth", "Look Back and Laugh", "Out of Step", "In My Eyes", ma non mi va di fare la scaletta, sono tutti fondamentali in un modo o nell'altro. Per completezza, quando gente come Rage Against the Machine o Beastie Boys sparano dell'hardcore c'è poco da "che testo Mike D! se sei incazzato De La Rocha!", sono i Minor Threat, e sono meglio loro di qualche alternative da accatto.

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