E' una Cerimonia quella in atto su questo disco. I Minsk colpiscono subito, quell'incedere, quel modo di attirare verso di sè l'ascoltatore, quell'ammaliante respiro orianteleggiante non può lasciare indifferenti. Ed è solo l'inizio, i 13 minuti e più di Embers, l'opening track sono la colonna portante di un viaggio psichedelico che PROGredisce nel turbinio di partiture vibranti, possenti, metalliche, è un entrare e uscire con maestria dai canovacci degli stilemi dettati dalle derive dei loro ascolti per incrociarli sapientamente in quello che è una gradita sorpresa per le nostre orcchie. Ma il rituale non è solo questo, è brutalità allo stato puro (White Wings), è l'alito di un demone pronto ad avvelenarti sotto la pelle, silenzioso come un serpente, nel suo mood di chitarra ripetuto per parecchi minuti di agonia (Mescaline Sunrise), è un saggio consapevole e rabbioso delle brutture che ci circondano, in un primo momento rammenta tutto questo, poi si librea dal fardello, questo esprime una Orphans of Piety colma di pathos, sabbathiana nel sua inesorabile avanzata, che ferma la sua valanga solo nella riflessiva, oceanica calma di Circle of Ashes. E mentre scorrono i 15 minuti della conclusica Ceremony ek Stasis, non posso che rimanere allibito: i nostri hanno affinato le armi, ci ritroviamo ad un lavoro completo e migliore del loro precedente "Out of a Center Which Is Neither Dead Nor Alive"... il 2007 è cominciato col botto, una perla zeppa di atmosfere assolutamente particolari, tra pschedelia e metal, i Minsk non possono passare inosservati.
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