DeBaser mi sta perseguitando.
Non riesco piú ad ascoltare musica in pace che subito i miei pensieri corrono a formare concetti con l'intuito di inserirli in contesto recensorio. Nulla é piú come prima.
È giá da qualche mese che preme in me la volontà di ritornare su queste pagine, purtroppo il mio quotidiano non me l'ha ancora permesso, cosí approfitto di questi giorni di ferie carnevalesche e, disteso sull'amaca scrivo godendomi questa lieve brezza che amenizza il caldo torrido brasiliano.
È cosí, con la scusa di voler dare uno schiaffo al mio ego, che vorrebbe mi ripresentassi in grande stile, ho scelto quest'album dei miRthkon, dei quali non conosco assolutamente nulla all'infuori di quello che sto ascoltando, e ascoltando mi viene da pensare che deve essere proprio vero che lo zio Frank ha il merito di influenzare parte della musica rock del XXI secolo, indicando una delle vie rimaste per rinnovare; mescolando ad arte generi e stili.
Che l'ereditá delle avanguardie del '900, che mi hanno tanto affascinato quanto annoiato, ha trova la sua massima espressione quando é inserita in strutture riconducibili al genere rock. Che la morte dell'industria discografica con lo sviluppo della tecnologia digitale, ha liberato tanti animi ansiosi di poter suonare ed incidere a loro piacimento e in completa libertá e a noi ha restituito tutta la musica come patrimonio immateriale dell'umanitá e che, finalmente, mi tolgo dalla palle questo scomodo chiodo fisso di pubblicare ancora.
Maledetti!
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