Questo è il quarto album dei francesi Misanthrope, ed è sicuramente il mio preferito. Il genere proposto è un death metal sperimentale e d'avanguardia, con molte parti teatrali. La musica è molto tecnica e complicata, in particolare gli arrangiamenti sono curatissimi e semplicemente perfetti. Anche qui siamo di fronte ad un lavoro che fa della personalità il suo punto di forza, questo è un vero album d'avanguardia, visto che non si rifà a nessun altro gruppo in particolare ed è pieno di parti sperimentali.
Nell'album sono comprese 10 canzoni, 5 cantate in inglese e 5 in francese. I testi sono ispirati alle opere di Molière, e sono delle vere e proprie poesie, in particolare quelli riusciti meglio sono i testi in francese, e qui va fatto un applauso al gruppo per il coraggio di questa scelta. Il cantato è molto particolare e teatrale, in quanto S.A.S. De L'Argilière (cantante, chitarrista e mente storica del gruppo) riesce a variare in continuo il suo growl, dotandolo di una espressività totalmente fuori dal comune. Sembra appunto di sentire un attore teatrale che recita in growl, visto che è capace di modulare il tono in mille modi e sempre in funzione del testo. E pure le parti in francese rendono perfettamente, al contrario di quanto si sarebbe spinti a pensare il growl ed il francese si sposano benissimo.
La musica è molto complessa, in quanto le canzoni hanno tutte una forma bizzarra e fuori dell'ordinario. In line-up c'è pure un tastierista, che arricchisce i brani con vari assoli e con dei tappeti influenzati dalla musica barocca. Tutto l'album è una continua dimostrazione di tecnica, è strapieno di assoli e di arrangiamenti curatissimi. E c'è spazio per le cose più disparate: si trovano riff dissonanti seguiti da assoli che macinano scale su scale, come si trovano melodie tranquille (direi quasi sognanti) e parti incazzate tirate quasi brutal.
Ed in tutta questa bontà emerge lui, il bassista Jean-Jacques Moréac, un mostro di tecnica e di gusto, sicuramente tra i 5 bassisti metal più completi. Sa essere velocissimo, fa assoli in tapping, parti in slap, ogni tanto utilizza pure effetti strani, una vera bestia!!! E la cosa che lo rende unico è il gusto nel mettersi da parte quando serve: sa mettersi in mostra con le sue doti tecniche, ma sa anche quando è il momento di mettersi in secondo piano a tenere in piedi la musica del gruppo con dei normali giri di basso di accompagnamento, e questa è una dote non comune ai musicisti ipertecnici.
La confezione è semplicemente spettacolare (come solito della Holy Records): si tratta di un digipack con 4 pagine cartonate, e comprende pure un libretto corposo. Cosa chiedere di più da una confezione??? La produzione è perfetta, curata da Fredrik Nordstrom nei suoi Fredman Studio, ed il tutto è stato registrato in sole due settimane. Da notare la presenza di un assolo di Jesper Stromblad e di alcuni cori di Anders Frieden (entrambi membri degli In Flames).
L'unico difetto per me è la batteria, triggerata oltre misura e che sa di plastica, ma ci riesco a sorvolare senza tanti patemi. Per il resto è un album semplicemente perfetto in ogni sua componente, una vera lezione di stile per tutti. Resta però un lavoro di difficile ascolto, e può risultare indigeribile per chi non sopporta la musica complicata ed i tecnicismi. Io lo consiglio vivamente a chi cerca musica personale e ricercata, ed ascolta senza problemi anche le opere più complesse e tirate. Va tenuto in mente che questo è un album che non prende da subito, servono almeno 10 ascolti per capirlo, e poi continua sempre a crescere, prima di imparare tutti i dettagli ce ne vuole...
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