Nel 1997 il redivivo Jerry Only decide di rimettere in piedi una band culto per la maggior parte dei punk (e non solo per quest'ultimi). Dopo aver assoldato tre nuovi compagni d'armi, Michael Graves (voce), Dr. Chud (batteria) e Doyle Wolfgang von Frankenstein (chitarra), il nostro simpatico bassista consegna alle stampe un nuovo lavoro targato Misfits, cioè: "American Psycho".

Senza ulteriori indugi passerei all'analisi del suddetto prodotto discografico. La prima cosa che salta all'orecchio dell'ascoltatore è l'attitudine un po' Thrash dell'album (termine da prendere con le molle, non aspettatevi certo sfuriate alla Slayer, assoli alla Mustaine o riff tipo Anthrax) che mitiga bene la sempre presente attitudine horror-punk dei nostri, vero marchio di fabbrica dei Misfits fin dai loro primi vagiti. La canzoni (in tutto sono diciassette) sono semplici, immediate, di breve durata e suonate con viscerale passione e voglia di divertirsi.

Gli episodi che gradirei segnalare sono: "Dig Up Her Bones", "Resurrection" e "Shining", una scelta scaturita solo dal mio personale gusto musicale, in quanto tutto le composizioni si mantengono su uno standard molto elevato e non risultano noiose. Per concludere consiglierei quest'album un po' a tutti ed in particolare a coloro che per una mezz'ora scarsa vogliono rilassarsi ed immergersi in queste atmosfere da cinema horror americano degli anni Cinquanta che oggi a noi, individui abituati a ben altre "nefandezze", ci fanno sorridere di gusto.

P.S. Qualcuno potrà accusarmi di non aver disquisito troppo sulla leggenda Misfits e sul loro storico singer Glen Danzig, però lasciatemi dire a mia discolpa che l'ho fatto per non cadere nel già sentito e nella celebrazione ad ogni costo di un passato glorioso ma ormai lontano.

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