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Anni 70. Belle donne, nuova musica, schemi buttati giù e ricostruiti totalmente. Gli anni d'oro dei giovani, per intenderci. Inutile immaginare le band locali presenti nel New Jersey e in tutta l'America, soprattutto gli esponenti del DIY (il movimento più sincero della storia). Ormai era tradizione far parte di una band. Fra le tante presenti, una venne formata da un ragazzo particolare: Glenn Danzig.
Nel 1977 ebbe l'idea più utile e proficuo: rivoluzionare un genere che già di per sé rappresentava un'uscita dagli schemi, il pluricriticato Punk. Bene, in pieno Punk '77, Danzig fondò la prima band Horror Punk, i Misfits. Venne aiutato da un amico, Gerard Caiafa, meglio conosciuto come Jerry Only. Reclutarono musicisti "precari" (in quanto cacciati continuamente dalla band) e iniziarono i lavori. Se così possono essere definiti. Cosa sono i lavori dei Misfits? Prese in giro? Capolavori? Nessuno mai lo potrà sapere.
"Static Age" è il loro primo lavoro, che venne scritto nel lasso 1977-1978, nonostante sia stato pubblicato ufficialmente nel 1998 (in quanto nessuna casa era interessata allo stile dei Misfits). Ora, sicuramente un'amante di Pink Floyd o Yes avrebbe riso di fronte a questo lavoro, apparentemente banale, futile e privo di tecnica. Il problema è che i Misfits proprio questo volevano fare! Sostanzialmente è una presa in giro della musica progressive, del pluristrumentismo, della scrittura di "suite" (se così possono essere definite), insomma alla società Sessantiana e dei primi anni 70. Si può definire un B-Movie in campo musicale.
"Static Age" è stato importante quanto tralasciato: ha aperto la strada a artisti DIY che non ottenevano successo, ha influenzato tre generazioni di musicisti, ha mandato a quel paese la musica classica, ma soprattutto (ed è vero) ha gettato le basi dell'Hardcore punk (ragazzi siamo ancora in pieno '77). Ciò dimostra la simbolicità e la genialità di questi ragazzi che con 3 riff hanno creato 3 LP completi. Non c'è tecnica. Non c'è passione. Non c'è armonia. Solo il vuoto, un vuoto così particolare da sembrare pieno. E' praticamente impossibile (ma sopratutto inutile) scrivere una track-by-track, in quanto ci sarebbero miliardi di errori tecnici e mediocrità da segnalare nella musica di "Static Age", che se ascoltato tutto insieme, li fa dimenticare e trasmette adrenalina allo stato puro. Qualcosa da dire a livello tecnico c'è, sempre e comunque. In "Static Age" si sentono (anzi vengono sbattuti davanti al naso) fortissimi e chiarissimi elementi rockabilly (che vennero rubati da tutti gli horror punker successivi al gruppo di Lodi), soprattutto nelle canzoni Angelfuck (a mio parere la migliore dell'album insieme a Teenagers from Mars) e Theme for a Jackal. Inoltre, altre canzoni risentono di influenze heavy metal, come In the Doorway e la celeberrima She.
In sostanza, l'album è un capolavoro di inutilità, è l'epopea della mediocrità. Nel 1978 abbiamo scritto le basi di 30 anni di dischi. Da comprare
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