I Misfits abbandonano le scene alla fine del 1983, dopo anni travagliati e ricchi di poche soddisfazioni pratiche. Nonostante ciò, riescono a segnare la storia della musica con una scheggia hardcore che sarà uno dei punti fermi per ogni cultore di questo sottogenere del rock.
La copertina di questo Lp (uscito in vinile nel 1982) dimostra una realtà apparentemente in contrasto con il truce aspetto dei componenti della band. L’apertura è affidata a “20 Eyes” che con circa 2 minuti riesce a far comprendere ad ogni ascoltatore davanti a che razza di album ci si trova. “All Hell Breaks Loose" è il primo capolavoro dell’album dove un ritornello infinito rende il brano irresistibile. “Vampira”, è un componimento che inizia in modo furioso e conclude la corsa lasciando frastornato l’ascoltatore che con “Nike A Go Go” e con “Hate Breeders”, a mio parere il miglior pezzo del disco, non potrà trattenersi dal pogare anche con il suo animale domestico.
“Mommy, Can I Go Out & Kill Tonight” è anticipata dallo storico one-two-trhee-four di Arthur Googy ed è tratta da un altrettanto storico concerto tenuto dalla band dove Glenn Danzig dimostra attraverso un tono vocale sgraziato e cupo quello che era capace di fare circa venti anni fa.
L’ennesimo pezzo-capolavoro arriva con “Skulls” dove i Misfits accompagnati da un sottofondo rumoroso dimostrano la loro capacità di scrivere melodie accattivanti e ossessive, ma al contempo attraversate da un’autoironismo spesso teatrale e ingenuo, che però segnerà a fondo il genere hardcore.
”Devils Whorehouse” inizia un po’ sottotono ma poi si rivela splendida e attraversata da infiniti spunti melodici scanditi in sottofondo per la completa durata del pezzo da un metronomo rinforzato dal mitico basso di Jerry Only. Gli ultimi due pezzi scendono di tono anche se nel caso di “Astro Zombies” si deve fare attenzione al tema affrontato dalla band: lo zombie, che attraverso questo brano entra nel pensiero collettivo. "Braineaters” è una canzonaccia di appena un minuto che si sviluppa attraverso un cantato ed una melodia a dir poco odiosi.
L’album di appena 25 minuti risulta fonicamente datato come purtroppo anche gli altri Lp ed Ep della band, ma rappresenta una fonte d’ispirazione e d’imitazione per numerose band degli anni successivi. Insomma il miglior album di una band che è stata riscoperta nel corso degli ’80 ed è divenuta di culto per ogni esperto dell’Hardcore-Punk contaminato e non.
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