Superficialmente catalogabili fra i tanti gruppi dance pop degli anni ottanta, Missing Persons era anche e soprattutto un'accolita di musicisti coi contro cazzi, non per niente provenienti per gran parte dal gruppo del compianto Zappa. Era stato lo stesso zio Frank a consigliar loro di darsi al commerciale sfruttando le stravaganti doti, sia artistiche che estetiche, della sua corista Dale Consalvi, recentemente maritatasi col collega batterista Terry Bozzio. Tale nuovo sodalizio musical/familiare fu rinforzato dagli altri fuoriusciti Warren Cuccurullo alle chitarre e Patrick O'Hearn al basso e completato dal tastierista Chuck Wild, l'unico a non aver avuto a che fare col baffuto genio di Baltimora.
Bozzio, O'Hearn ed anche Cuccurullo sono musicisti di alto profilo: il batterista è una specie di Bill Bruford (Yes, King Crimson) però più potente e duttile, il bassista possiede uno dei groove più micidiali che conosca, nonché parecchia fantasia esecutiva; Cuccurullo infine è artefice innanzitutto di un suono tutto suo, assai medioso e spesso, ma era pure capace di farlo muovere con squisita creatività dentro le partiture funky della virtuosa sezione ritmica dei Missing Persons.
Il quintetto era esploso alla grande col disco d'esordio del 1982 "Spring Session M" (anagramma del loro monicker): tre o quattro singoli danzerecci ma anche piuttosto melodici, abilmente sospinti a livello video dalla variopinta ed allora molto à la page verve new wave di Dale, avevano consentito loro di porsi a rivaleggiare coi vari Duran Duran, Spandau Ballet, Depeche Mode e compagnia bella. Ma la natura artistoide, sperimentale e avventurosa dei musicisti, forgiati alla scuola di un vero maestro di estemporaneità, coraggio ed apertura mentale come Zappa, li indirizzò verso un secondo album, questo qui, più obliquo e avanguardistico, asciutto e non troppo estetizzante.
I riscontri commerciali furono sensibilmente più grami dell'esplosivo esordio: il gruppo venne accantonato all'istante da tutta la porzione più distratta e superficiale dei fans. La casa discografica diede se non altro una terza chance al gruppo, finanziando la pubblicazione del terzo lavoro "Color In Your Life", di nuovo sulla linea più lineare e pop del primo. A quel punto però andò in crisi il matrimonio fra cantante e batterista e la macchina Missing Persons spense i motori.
Manco a dirlo, trovo che questo secondo album del 1984 sia il più interessante di carriera: stravedo addirittura per la seconda, dinamicissima traccia "Give", un funky urbano d'alta scuola nel quale il tourbillon ritmico degli aitanti strumentisti è appena scalfito dal canto, invero assai debole e disarmonico però molto originale, della policroma Dale. Forte anche "Surrender Your Heart", più melodica drappeggiata e pop, fortissime "Right Now" e l'agganciante "Walking in L.A.".
Il gruppo recentemente si è riorganizzato, dopo lungo oblìo, attorno alle indispensabili figure dell'estrosa frontman e del dotato chitarrista, finalmente stufatosi di reggere il moccolo ai mosci Duran Duran. Il batterista ex marito di Dale non ha inteso di partecipare, impegnato com'è in mille collaborazioni ed altre ricostituzioni, l'ultima delle quali riguarda gli UK insieme ai rispettivi compagni di un tempo John Wetton e Eddie Jobson. Patrick O'Hearn invece è da una vita in tutt'altre faccende affaccendato e prosegue imperterrito a sfornare in alternanza dischi di musica ambient (sic!) e colonne sonore, snobbando il suo grande talento sulle quattro corde.Carico i commenti... con calma