Mississippi Fred McDowell nasce nel 1904 a Rossville nel Tennessee, inizia a suonare la chitarra all'età di 14 anni, intorno agli anni '40 si trasferisce stabilmente a Como, Mississippi per fare il contadino.
Ora siamo nel 1959, sul finire di settembre e l'etnomusicologo Alan Lomax insieme alla giovane assistente e cantante Shirley Collins è in giro per Panola County con l'intenzione di registrare musicisti locali per lo più sconosciuti. Il 21 del mese, mentre McDowell è al lavoro nei campi di cotone gli giunge voce che Lomax è lì a Como e, con ancora indosso la tuta da lavoro (si veda la storica immagine di copertina del disco) va a prendere la chitarra acustica per dirigersi alla casa dell'amico cantante e percussionista Lonnie Young, Lomax è sulla veranda intento ad ascoltare alcuni musici, ma appena Fred comincia a suonare il suo hill country blues del nord Mississippi, Alan ne è subito rapito ed affascinato e senza indugiare oltre inizia immediatamente a registrare quel bluesman che ha nel sangue la storia musicale del Delta ma che allo stesso tempo ne aggiunge nuovi elementi insistendo su sonorità (poli)ritmiche tipicamente africane. McDowell all'epoca aveva 55 anni, ed è pazzesco pensare che fino ad allora non avesse mai avuto la possibilità di incidere niente.
Con "The Alan Lomax Recordings" siamo davanti ad una raccolta di registrazioni, 23 in totale, fondamentali per la storia del blues. Il fascino di questi brani rimane tutt'ora intatto, non hanno perso nulla della loro forza espressiva ed estatica, McDowell sembra averli scolpiti già in partenza in una marmorea classicità.
Fred ha una voce acuta e nasale, asciutta e sofferente, la sua chitarra è invece ritmicamente potente e penetrante grazie anche al magistrale uso del bottleneck vibrante e ruvido, McDowell non è lì per assecondare l'ascoltatore, anzi è lì per sfidarlo e per intaccarne la scorza.
Inizio con il citare l'ossessiva e riecheggiante "Worried Mind Blues" che è forse uno dei manifesti più espliciti dello stile di McDowell: l'insistenza nel tenere sempre l'accordo creando una sonorità ipnotica, a contrasto c'è il fingerpicking, che è sempre in movimento facendo si che le parti di basso e melodiche si intreccino e si sovrappongano in continuazione.
Per me uno dei gioielli assoluti è "You Done Tol' Everybody" irresistibile per lo slide cristallino e tagliente con un ritmo up & down tambureggiante, mentre la sua voce è profonda ed espressiva. Di tutt'altro mood è la sublime "Soon One Mornin'" tranquilla ed intimista ma allo stesso tempo energica e appassionata.
"You Gonna Be Sorry" che vede l'apporto della sorella Fanny Davis, che suona il comb-and-paper (una sorta di kazoo fatto in casa con, appunto, un pettine e della carta) e di Miles Pratcher (musicista di una band locale) alla seconda chitarra, i due forniscono un'ottima trama sonora e ritmica grazie alla quale Fred può svincolarsi e imbastire uno stile improvvisativo senza remore, questo approcio si trova anche nell'altro eccezionale pezzo "Goin' Down To The River", tra l'altro qui il comb-and-paper sembra fare eco ad un soffio di vento dolente, i due brani sono i più liberi di tutte queste incisioni.
La splendida e incalzante versione del classico di Bukka White "Shake 'Em On Down", sempre con la chitarra di Pratcher e il comb-and-paper, un po' selvaggio, della Davis a fornire il giusto contrappunto alla feroce e inesorabile cavalcata di McDowell (interessante anche la seconda versione alternativa).
La carezzevole "I Want Jesus To Walk With Me" è cantata dalla voce delicata di James Shorty, mentre la chitarra malinconica di Fred ne sottolinea l'atmosfera.
"Good Morning Little Schoolgirl" classico blues reso famoso da Sonny Boy Williamson I, è il brano, mi si passi il termine, più ammiccante di tutte le registrazioni, ma rivela altre qualità interpretative di Fred oltre ad essere un altro squisito saggio sulle sue abilità chitarristiche. Altra grande canzone è l'intensa "61 Highway Blues", ottima anche la rivisitazione di "Drop Down Mama" di Sleepy John Estes, qui in duo con Pratcher.
McDowell ci fa assaporare anche il gospel, con la tradizionale "Keep Your Lamps Trimmed And Burning", oltre alla versione in solo c'è ne una con la moglie Annie Mae alla seconda voce (ed anche una terza versione strumentale con solo l'inciso). L'altro brano con sonorità gospel è "When The Train Comes Along”, qui accompagnato dalle voci di Rosalie Hill e Sid Hemphill Carter.
L'ultima canzone che cito è la penetrante "Fred McDowell Blues" anche questa è in trio con Pratcher e la Davis, uno di quei blues dolenti e ossessivi che scavano nell'anima.
Per chiudere, un breve ritratto dell'uomo McDowell fatto dallo stesso Lomax in ricordo di quei giorni di settembre: «Fred fu sorpreso quando notò che ammiravo la sua musica, tanto che lo visitai per più serate nell'intento di registrare tutto ciò che suonava. Lui continuava a dirmi che non suonava come gli altri musicisti che conosceva. A mio avviso, è semplicemente un uomo modesto, perché in lui la grande tradizione del blues scorre pura e profonda, e nessuna nota in nessuna esibizione manca di un dolce tocco di malinconia.»
Ho scritto fin troppo, ma aggiungo che non si sarà mai abbastanza grati a Mr. Alex Lomax per queste registrazioni che hanno dato modo a McDowell, che rischiava l'oblio, di intraprendere una carriera musicale e a noi per averci dato modo di conoscere uno dei più grandi blusmen di sempre che ha influenzato una nuova generazione di musicisti a partire da R.L. Burnside e Junior Kimbrough.
Imprescindibile.
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