Terzo capitolo della saga Mnemic intitolato "Passenger" sempre per Nuclear Blast con la produzione di Christian Olde Wolbers (Fear Factory).
Non è cambiato poi molto dalle due produzioni precendenti, le influenze sono sempre da considerarsi di Fear Factory e Meshuggah per quanto riguarda la parte strumentale, e nelle parti vocali ai Soilwork (anche se molti parlano di influenze In Flames nelle parti cantate ma siceramente non le sento poi molto, direi che ci sono molte più somiglianze con i Soilwork).
Restando nel campo vocale la novità è rappresentata dal nuovo singer Guillaume Bideau (Scarve) che offre una prova maiuscola, perfettamente a suo agio fra growl e clean. Ad impreziosire l'album sono i featuring di Shane Embury (Napalm Death), Jeff Walker (ex Carcass) e Roy Z. In questa produzione i Mnemic trovano una dimensione che è leggermente più loro anche se comunque le
influenze dei gruppi sopracitati si sentono e rispetto agli album precedenti i ritornelli sono più catchy.
Dicevo la formula rimane quasi invariata ovvero riff imponenti, growl messo nel posto giusto, ampie aperture melodiche e alcuni inserti elettronici. Il disco si apre con il sample di un decollo di un aereo per poi sfociare nella furia di "Humanaut" in cui oltre che a tutte le influenze già citate vengono in mente anche gli Spineshank come in altre parti del disco (ora vi chiederete: "ma quante cavolo di influenze hanno questi qua? Qualcosa di loro c'è??" In effetti non avete tutti i torti a farvi certe domande XD) "In The Nothingness Black" credo rappresenti il riassunto di tutto il disco, grandi sfuriate thrash e death, parti melodiche superorecchiabili e stacchi che ricordano un pò di metalcore.
"Meaningess" presenta la partecipazione nella stesura del testo di Roy Z, direi la traccia più "commerciale" del disco.
Shane Embury e Jeff Walker invece partecipano a "Psykorgasm", anche se sinceramente non incidono molto. Le altre tracce scivolano via piacevolmente (a tratti anche prolisse però) senza offrire grandi sorprese siccome hanno più o meno lo stesso filo conduttore.
Nel complesso un disco sicuramente buono, che piacerà molto soprattutto agli amanti di Fear Factory
e Spineshank su tutti. Un gruppo che cerca di entrare nell'olimpo del metal, il problema principale però è trovare una propria dimensione, siccome tutti i dischi dei danesi hanno subito un bell'impatto
ma poi perdono nel succedersi degli ascolti. Confidiamo nelle produzioni future…
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