Ascoltavamo Metatron e mi è tornato in mente Moby.
-Oh, ma tu sai che fine ha fatto Moby?- E' sempre stato più attento di me alla scena mainstream, e un po' mi vergognavo a chiedergli una cosa del genere, ma dopo sedici anni di vuoto la curiosità era tanta.
"Play" e' stato il disco che a fine novata ha ricoperto l'elettronica di quella dignità propria del genere musicale eliminando definitivamente il concetto di "roba fatta dai computer". Non è stato un disco spartiacque, ma un disco che accumunava tutti i duemilasottogeneri in un unico pensiero: "Siamo arte, comunciazione". Parte del successo del disco è sicuramente legato alla massiccia propaganda pubblicitaria portata sulle reti musicali private nazionali, ma è impossibile non riconoscere a quel disco una potenza emotivo-comunicativa di primordine capace di infilare alcuni suoi singoli sotto pelle ad un'intera generazione, diventando, inevitabilmente, cultura. Non è quindi un caso se oggi in parecchi brani elettronici si possano scorgere fiori che sembrano essere germogliati in quel disco: sembra di vederli per il semplice fatto che quei fiori, ci sono.
Il disco seguente di Moby proseguiva in maniera piuttosto timorosa il percorso di "Play", limitandosi a riproporre gli stessi schemi sotto melodie differenti. Almeno, questo ricordo, perchè non è che il disco mi abbia preso per troppo tempo e, a dirla tutta, ad oggi non ne ricordo neppure un brano.
Da allora la mia formazione musicale si è allontanata parecchio dalle orbite sulle quali gravitava Moby, e da anni il suo operato è per me è materia oscura.
- Aaah boh... Farà le sue cose - Che tutto sommato però ci arrivavo anche da solo. In compenso non sarei arrivato a Metatron, quindi va benissimo così, ma: Moby? Che cazzo di fine avrà fatto?
- Ceralo su Discogs...Toh! Ha fatto un botto di live, un'intervista...due anni fa è uscito un disco, mai sentito nominare - Effettivamente non è nel mainstream, è in una roba radical chic/hypster popolata di figure insopportabili. Architetti, avvocati, universitari fuori sede che studiano design, fighette della milano bene assatanate di soldi e fotografi da gin-tonic e metaqualone.
Gente di merda. Ascoltano ottima musica comunque. Neanche loro san più un cazzo di Moby.
Me ne torno a casa alle tre sobrio come chi si appresta a ricevere la prima comunione.
Ne giro una, faccio partire Alfa Mist, e gratto informazioni da discogs.
Undici brani senza titolo tra i venti e i trenta minuti l'uno per più di quattro ore di musica. Distribuiti gratis a duecentocinquantasei kbps. Ambient Drone.
Il Drone è un aspetto musicale che è andato abbastanza di moda ultimamente. Con ottimi risutati da parte di molti sperimentatori anonimi, e risultati particolarmente anonimi da parte di esperti ed addetti ai lavori. Se non vi fidate chiedere pure informazioni ai due riempitivi di "Halleluja!...." dei GSYBE.
Il drone e Moby dovrebbero andare moplto bene insieme, il genere (l'ultima volta che lo dico: il drone in effetti non è un "genere", è un orpello, come la distorsione. Poi puoi fare dischi solo di droni, come potresti farlo solo di distorsioni. E ti verrebbe fuori un disco drone, tra l'altro. Ma pretendere che il drone nudo e crudo faccia genere a se è troppo, la presa per il culo, la non-music, è sempre dietro l'angolo.
Moby fa un disco ambient, prettamente dronico, con l'esperienza di uno che fa musica ad alti livelli da decenni, e con la dignità dello stesso.
Tutto quello che ho da dire in merito a questo punto è che se volete ascoltare un buon disco drone e siete completamente acerbi dell'esperienza (che, in soldoni e spiegato all'uomo della strada: la musica che fa del drone il suo aspetto principale è comunque più "esperienza" che non "musica") il primo brano di questo lavoro è uno dei punti migliori da cui partire. Un abbraccio caldo in una cittàdi vetro e cemento. Consigliatissimo.
Per il resto: i fotografi metaqualone, le architette belle speranze e cosce umide, gli avvocati che si fanno le flebo depurative, e tutto il carrozzone di riprovevoli umani con i quali mi è capitato di avere a che fare per pagare le bollette di gennaio, continua a consigliare ottima musica, Alfa Mist è un nome meno altisonante di Moby, ma merita parecchia attenzione, Metatron e l'etichetta per cui questo incide, pure.
E anche Moby, dai. Mi spiace averlo perso di vista per tre lustri, ma è stato bello ritrovarlo. E ritrovarlo onesto.
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