Ricordare per non dimenticare.

Questa la motivazione che ha portato alla nascita di "Appunti partigiani", progetto scaturito dalle menti dei Modena City Ramblers. Il gruppo emiliano fin dai suoi esordi è sempre stato caratterizzato da un profondo e indissolubile legame con i canti e gli avvenimenti della resistenza italiana.
Ed è proprio alla Resistenza italiana e alla lotta dei partigiani che il disco è dedicato. Un progetto particolarmente sentito che vuol ricordare ai più giovani il vero significato del 25 aprile e delle battaglie combattute dai partigiani. Ricordare perchè tanti italiani oppressi dalla dittatura fascista decisero di prendere la strada dei monti per combattere contro l'opprimente regime. Lotta partigiana che con sprezzo del pericolo e animata da grande amore per la patria ha portato alla liberazione del nostro paese proprio il 25 aprile 1945.

Putroppo oggi gli avvenimenti della Resistenza tendono ad essere dimenticati, specialmente dalle nuove leve, e sui libri di storia vengono spesso messi in secondo piano. La memoria è però molto importante, soprattutto per evitare di ricadere nell'incubo che investì l'Italia e tutto il mondo durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. I Ramblers per attuare questo progetto si attorniano di una nutrita schiera di ospiti sia italiani che stranieri per un risultato a dir poco eccezionale. Il compito di aprire l'album non poteva non spettare a "Bella ciao", uno dei canti più famosi dei partigiani. Una versione splendida, registrata nel capodanno del 2000 a Modena, che vede i Ramblers dividere il palco con l'orchestra di Goran Bregovic, che tinge la canzone di tonalità balcaniche. Una commistione tra ballata popolare e musica dei Balcani che ha dell'incredibile.
Uno degli ospiti di maggior rilievo è sicuramente il vate Francesco Guccini; che duetta con Cisco nelle propria "Auschwitz". Una canzone mai dimenticata, che meglio di ogni altra ha saputo raccontare l'incubo e la tragedia dei campi di sterminio. Bellissima è "Oltre il ponte" dove un ispirato e carismastico Moni Ovadia interpreta la parte del vecchio che ricorda la guerra, duettando con un Cisco davvero sopra le righe.

Altro famoso canto partigiano è "I ribelli della montagna", che veniva cantato dalle brigate durante la loro permanenze sui monti. I modenesi lo riarrangiano con il contributo di alcuni componenti della Bandabardò, per un brano dal forte impatto emotivo. Stupendo poi l'inserimento di una parte narrante che cita alcuni passi dagli scritti giovanili di Gramsci, caricando ancora di più di significato la canzone. Mi ha fatto un certo effetto invece sentire Piero Pelù cantare "La guerra di Piero", canzone del mai dimenticato Fabrizio De Andrè nella quale si narra tutta la crudeltà della guerra, ma devo dire che il cantante toscano se le cava egregiamente.
Viene poi riproposta "Al dievel" canzone dedicata a Germano Nicolini detto Comandante Diavolo dai compagni partigiani, accusato ingiustamente dell'omicidio di un prete di un paese vicino a Reggio Emilia. Incarcerato, fu riabilitato solo nel 1994. Notevole in questo caso il contributo del Coro delle Mondine di Novi, che ben si presta alle atmosfere delle canzone (il brano era già presente sull'album in studio dei Ramblers "La Grande Famiglia" ma in questa occasione viene riarrangiato).

Seconda guest star straniera del disco è Billy Bragg che interpreta insieme ai nostri "All you fascists". La canzone è stata scritta dal grande Woody Guthrie nella Seconda Guerra Mondiale, e in quest'occasione le sonorità tipicamente country del brano originale si amalgamano con le connotazioni irish dei Ramblers per un risultato da pelle d'oca. In la "Notte di San Severo" vi è invece la partecipazione del collettivo La Casa Del Vento, grandi amici del gruppo e di Cisco in particolare. Altro pezzo terso e tinto di atmosfere irish. Unico pezzo inedito inserito dai Ramblers "Il sentiero" si basa sul romanzo di Italo Calvino "Il sentiero dei nidi di ragno", ambientato all'epoca dei partigiani, per un connubio letteratura-musica come se ne sentono raramente in giro. Il sound poi si tinge di reggae con "Il partigiano John" al quale partecipa Bunna degli Africa Unite.
Una ispirata Fiamma duetta con Cisco in "L'ultima superstite", canzone bellissima e testimonianza della crudeltà dei soldati nazisti. L'istrionico folletto Paolo Rossi presta invece la sua voce nel capolavoro dei compianti CCCP "Spara Jurij", per una rasoiata rock che si tinge di atmosfere cosacche. Ottima anche la prova della Gang in "La pianura dei sette fratelli" dedicata ai fratelli Cervi, ennesima grande canzone contenuta nel disco. Da segnalare anche l'interpretazione partecipe di Ginevra di Marco in "Pietà l'è morta", brano scritto dallo scrittore cuneense Nuto Revelli per descrivere gli orrori di quei giorni. "Viva l'Italia", il pezzo conclusivo, vede partecipare di tutti gli ospiti (con l'aggiunta anche di Morgan che canta una strofa) per un risultato davvero da ricordare. L'alternarsi di voci infatti rende ancora più forte il valore simbolico ed emotivo del pezzo scritto da Francesco De Gregori. Veramente notevoli i contributi dati dagli ospiti presenti, che hanno saputo interpretare con trasporto i brani ai quali hanno preso parte.

Un grande plauso va infine ai Modena City Ramblers, che con questo progetto ambizioso si confermano come uno dei migliori gruppi italiani per impegno sociale e per capacità interpretative. Davvero grandi!

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