La Grande Famiglia è il secondo album dei Modena City Ramblers, in ordine cronologico e secondo molti anche in ordine di bellezza, dopo l'inarrivabile Riportando Tutto a Casa. Ed in effetti in questo cd risuona ancora forte la carica e la freschezza delle ballate folk, lente, malinconiche, ma anche aggressive e scatenate che caratterizzano fortemente i primi lavori di questo gruppo. La musica dei MCR è qui, infatti, in grado di suscitare una vasta gamma di emozioni, svariando su diversissime sfumature di sound e di ritmo, caratteristica tipica, a mio avviso, della musica folk; tutto questo grazie anche alle abilità ed alla versatilità dei componenti della band.
La Grande Famiglia apre con le tracce "Clan Banlieue" e la titol track "Grande Famiglia", due pezzi trascinanti, che ascoltati dal vivo (e parlo per esperienza diretta) coinvolgono il pubblico in una istantanea foga saltellante, da togliere il fiato dopo cinque minuti, a testimonianza del fatto che questo gruppo sa veramente far divertire, soprattutto dal vivo. I frequenti, bruschi cambi di atmosfera che si vivono ascoltando quest'album, forse sono elementi indispensabili per la piena comprensione delle musiche e dei testi dei vari pezzi, che sono spesso messi in risalto l'uno dall'altro, per contrapposizione: fa un certo effetto, per fare un esempio, ascoltare la melodia triste, lenta de "L'Aquilone Dei Balcani", un flauto che sembra allontanarsi sempre di più fino a diventare un'eco e scomparire, per poi ritrovarsi come catapultati nel mezzo di una festa popolare in un pub pieno di birra, sollecitati dal brio, dalla velocità e dall'allegria di "Le Lucertole Del Folk". A mio avviso alcuni pezzi, se ascoltati singolarmente, non avrebbero lo stesso sapore che assumono nel loro contesto originale, perderebbero qualcosa. Un disco, La Grande Famiglia, che sa divertire, emozionare, sensibilizza l'ascoltatore su temi d'attualità (come il popolo siciliano e la mafia ne "La Banda Del Sogno Interrotto"), che va gradevolmente a rivisitare un caposaldo della musica italiana come "La Locomotiva" di Guccini, e che chiude con due canzoni tristi, agli antipodi di com'era iniziato, due canzoni più di addio che di arrivederci, quasi a voler suggellare un'epoca d'oro, quella dei primi due album dei MCR, che ora si chiude, e probabilmente non tornerà.
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