Quello che i Modena City Ramblers stanno portando avanti da questo autunno è un tour celebrativo ma a mio modesto parere uno dei migliori tour da molti anni a questa parte. Da celebrare c'è un disco importante, per molti il migliore e per molti l'unico vero album dei Modena City Ramblers. Io non sarei così drastico, avendo apprezzato la voglia di rinnovamento musicale e ideale della "grande famiglia" lungo questi quindici anni dopo l'uscita di "Riportando tutto a casa". Certo le defezioni che si sono alternate lungo questi anni hanno a volte avuto ripercussioni sulla qualità musicale e poetica della musica, ma non è mai venuta a mancare l'attitudine e l'impegno in sede live.
L'idea di base di questo" riportando tutto a casa tour, quindici anni dopo" è quella di riprodurre esattamente la setlist dei concerti di quindici anni fa, quindi suonare tutto il primo disco e svariate covers che ci danno l'esatto punto di partenza del gruppo: l'irish folk.
Assimilate le ultime due defezioni in seno al gruppo, l'abbandono di Kaba e Betty, i Modena per questo tour si avvalgono dell'apporto di uno dei membri fondatori, Luciano Gaetani e del cantautore Luca Serio Bertolini alle chitarre.
Il Koko Club, non è altro che la prosecuzione di quello che negli anni novanta era sicuramente uno dei migliori locali live della penisola, il Babylonia di Biella. Il locale è diviso in due spazi, uno dedicato alla musica live, l'altro funge da discoteca rock alternativa. Purtroppo questa divisione penalizza l'ampiezza del locale, così che per riempire la sala con il palco basta veramente poco.
Devo dire che erano molti anni che non vedevo i Modena City Ramblers in questa forma tanto da lasciarmi piacevolmente stupito, complice anche il calore del locale, l'atmosfera post-natalizia o meglio ancora il set di canzoni. Come dicevo, il debutto Riportando tutto a casa è stato suonato per intero. L'apertura con "Tant par tacher" è il viatico ad una serata che ha visto ventenni, trentenni e quarantenni uniti nel saltare e partecipare dall'inizio alla fine, sudando le famose sette camice. Dudu Morandi si sta sempre più impossessando del palco (non dimentichiamo che gravita intorno ai Modena già da quel lontano 1994) trasmettendo energia e buon'umore. I "senatori" Ghiacci, Zeno, D'aniello e Moneti più il nuovo entrato alla fisarmonica Leo Sgavetti si divertono, si percepisce e il pubblico ricambia. L'alternanza di pezzi veloci come "Quarant'anni", "Bella ciao", "The Great Song Of Indifference", pezzi più d'atmosfera come la splendida "In un giorno di pioggia" e "Ninnananna", covers degli amati Pogues (bella "Dirty Old Town", a sua volta cover di Ewan McColl) e Waterboys e siparietti di buonumore dialettico hanno fatto si che le due ore abbondanti del concerto passassero in un batter d'occhio.
Dicevo, quello che è uscito di più da questa serata è la voglia di musica del gruppo, l'unità, nonostante i continui cambi di line up di questi anni e forse questo ritorno alla musica che ha dato il là all'intero progetto dei Modena City Ramblers può essere veramente un collante per il futuro musicale della band.
Con questo tour si è chiuso il cerchio, i Modena si sono riimpossessati delle loro radici folk e chissà che questo non sia il nuovo punto di ripartenza.
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