La generazione di porci.
I Mötley tornarono con Vince Neil al microfono e alla bottiglia dopo la breve parentesi con Corabi dalla quale nacque l'omonimo del 1994. Una bella parentesi dai suoni groove e dai ritmi lenti caratteristici dei colleghi Pantera.
La fase più hard dei quattro, più un accenno di elementi estranei al sound della band, portò all'uscita di quest'album mal recepito dai fan di vecchia data.
Secondo me con questo disco innovativo dimostrarono di aver ritrovato quell'alchimia volgarmente cool rinnovando il piatto con pezzi di qualità dal tipico sound '90.
Il songwriting vide la partecipazione anche di Tommy Lee con la dedica finale al figlio Brandon.
Non manca nulla.
Riff possenti e accattivanti come in Let Us Pray e Find Myself, e ballad sognanti (Rocketship) ma anche un accompagnamento d'archi (Brandon) e due Sixx e Lee protagonisti come mai prima di allora.
La versione '97 di Shout At The Devil possiede una marcia in più dell'originale e la velocità la rende più accattivante.
Soddisfa sia gli amanti del rock moderno che i glam incalliti.
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