Nel 2005, dopo il rientro di Tommy Lee, i Motley Crue danno alle stampe la loro antologia intitolata "Red, White & Crue" anticipata da due singoli, "If I Die Tomorrow" e "Sick Love Song", e seguita nel 2006 dal live "Carnival Of Sins". La band rilascia due versioni dell'album, una su doppio cd, con numerosi brani, ed un'altra su singolo disco, più agile e selettiva nel fotografare la loro discografia a partire da "Live Wire" (1981) sino ad arrivare a "New Tatoo" (2000).

La raccolta segue, quasi senza eccezioni, la cronologia degli album proponendoci la maggior parte delle hit che hanno fatto la fortuna della band dal nome shakespeariano. Si parte con "Live Wire", dall'album omonimo, ancora fortemente legata al punk, con un ottimo giro di basso iniziale di Nikki Six al quale subito si attacca la voce di Vince Neil che inizia ad urlare come sua, non sempre apprezzabile, abitudine. Segue "Piece Of Your Action" che si fa ricordare per l'ottima rullata iniziale di grancassa che verrà ripresa pari pari da Offspring e Green Day ("Walking Contraddiction") e dal ritornello piuttosto orecchiabile.

Cambia album e cambiano i punti di riferimento della band che con "Black Widow" e "Looks That Kill" entrano in tutta fretta nei canoni del glam rock, con chitarre scintillanti, basso possente e voce urlante che però tradisce una certa monotonia. "Too Young To Fall In Love", una delle loro composizioni più riuscite, nonché una delle canzoni più note del rock Yankee Anni 80, con cori di Tommy Lee a sottolineare la strofa ed a preparare il ritornello e "Shout At The Devil", da ricordare per il testo che fece gridare allo scandalo, precedono la celeberrima "Girls Girls Girls". Quest'ultima traccia è l'inno del gruppo, da sempre piuttosto incline alle lusinghe del fascino femminile, ed è introdotta dal rombo di una Harley oltre che impreziosita da un bell'assolo di Mick Mars e da un pregevole cambio di ritmo a metà traccia.

"Wild Side", "Kickstart My Heart", "Dr. Feelgood" e "Primal Scream" poco aggiungono al disco, ma se non altro testimoniano la scelta definitiva dell'indirizzo metal pur dimostrando una sempre crescente attenzione verso la melodia e ritornelli facili da ricordare (potenza del Dio Denaro!). Finalmente si arriva a qualcosa di diverso con "Home Sweet Home", ballatona ultraromantica che proiettò "Theater Of Pain" in testa alle classifiche di mezzo Mondo, caratterizzata da un'intro eseguita da Tommy Lee al piano e, in questa raccolta, da un remix che la modifica leggermente proprio in tale pregevole momento. Della partecipazione di John Corabi alla band ci si ricorda grazie alla trascinante "Hooligans' Holiday" ed alla apprezzabile "Beauty", che precedono la bella "Bitter Pill" dedicata ad un'insana storia d'amore e pazzia, melodica e potente al punto giusto per il mercato dei singoli. Da "New Tatoo" viene scelta la dimenticabile "Hell On High Heels" che si distingue solo per un accenno di assolo di chitarra a metà della canzone, mentre la chiusura dell'opera è affidata alle già citate "If I Die Tomorrow", convenzionale metal-ballad cofirmata dai Simple Plan, e "Sick Love Song", altro pezzo hard-pop che poco aggiunge al quadro appena tracciato.

Un tre, tre&mezzo l'antologia lo merita, se non altro perché raccoglie le tracce più significative della discografia della band e non recupera, come nell'edizione a due dischi, brani inutili e ripetitivi. Peccato per la mancanza di "Public Enemy #1", il cui giro di chitarra è stato più volte saccheggiato (Bad Religion in "New America") e che poteva sostituire la non trascendentale "Piece Of Your Action".

Nel settembre di quest'anno, un mese dopo l'ottima esibizione estiva al Gods Of Metal, Tommy Lee abbandona per l'ennesima volta la band per colpa di vicissitudini legali sorte durante una puntata del reality "Tommy Lee Goes To College", d'altronde dalla "World's Most Infamous Rock Band" ci si aspetta questo ed altro...

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