Esco dall'Alcatraz con le orecchie che mi rimbombano e mi fischiano. Soddisfatto, appagato per la sorprendente e potentissima ora e mezza di musica live appena finita. Qualcosa che, da profano dei concerti post-rock, non mi aspettavo. E per le vie di Milano con il mio nuovo amico Daniel (ZeroKanada qui sul Deb) e dentro alla metropolitana semi deserta, ripenso al concerto a cui ho appena assistito e mi sento bene, sono felice.
Tutto è cominciato attorno alle nove di sera, quando, dopo una breve attesa all'entrata dell'Alcatraz, tra bagarini urlanti e venditori di poster e magliette, ho messo piede dentro al locale. C'era già parecchia gente, percepivo già il fermento e la voglia di ascoltare i Mogwai dal vivo. E poi eccoli, i cinque scozzesi, che salgono sul palco salutandoci. Scroscio di applausi. Le luci si abbassano e l'emozione comincia. Comincia con la bellissima "Heard About You Last Night", delicato brano che apre "Rave Tapes" che ho recensito qui pochi mesi fa. Ho già i brividi lungo la schiena e mi sento cullato dalle dolci note che mi arrivano dritte al petto e mi abbracciano con calore. Quando le luci si fanno blu e azzurre e viola, i Mogwai ci regalano due brani dal loro passato: "Friend Of The Night", malinconica e struggente, e "Take Me Somewhere Nice", forse uno dei brani più noti della band. Sono momenti di emozione totale, e loro cinque lassù sul palco dimostrano di essere dei professionisti. Nessuna sbavatura, nessun momento vuoto. Solo un flusso continuo di musica straordinaria e ipnotica.
Non mi aspettavo tanta energia, una violenza così distruttiva. Invece i Mogwai sono riusciti a sorprendermi spiaccicando in faccia a tutta la gente sotto di loro una "Rano Pano" più potente che mai, con tre chitarre che sconquassano e fanno tremare il locale intero. Sembra che la band voglia metterci tutta l'energia di cui sono capaci, in questa seconda e ultima data italiana del loro tour. Trasformano infatti "Deesh" e "Remurdered", due pezzi del disco nuovo, in qualcosa che non credevo possibile. Le rendono più elettriche, meno pacate rispetto alla versione in studio. Meno elettronica, più chitarre. Meno delicatezza, più ruvidità. Io mi muovo a tempo di musica estasiato, emozionato, felice come un bambino la mattina di Natale. Tutti attorno a me sembrano come ipnotizzati da quei suoni così giganteschi, dalla violenza che i Mogwai hanno tenuto in serbo per questa loro performance meneghina.
Tra pezzi nuovi e brani meno recenti, infilano una vera e propria forza tellurica: "Batcat". Una canzone che fa parte del disco che amo di meno dei Mogwai, quel "The Hawk Is Hawling" che non mi ha mai convinto fino in fondo. Ma ora sembra che i Mogwai stiano suonando un pezzo hardcore, un muro devastante di suoni intrecciati fra loro e che penetrano fin dentro alle membra. La folla impazzisce immersa nelle crude luci rossastre, qualcuno davanti poga. C'è eccitazione, c'è soddisfazione. Il concerto è qualcosa di meraviglioso, che non avrei mai immaginato.
Se ne vanno, e penso, deluso, che tutto sia già tutto finito. La gente mormora, vuole ancora i Mogwai sul palco. Vorrebbe che questo concerto non finisse così velocemente. Tempo cinque minuti ed eccoli di nuovo. Ritornano, ancora ci salutano e un muro di voci grida e applaude. Grazie mille, dice Stuart Braithwaite in un italiano maccheronico. No, penso, grazie a te. Tre i brani che chiudono il concerto. "The Lord Is Out Of Control" che arriva piano, a passi lenti e soffici. Una performance che differisce poco rispetto alla versione su disco, e per fortuna. Atmosfera rarefatta e tastiera accarezzata riportano il locale intero in quella sorta di trance ipnotica in cui era calato nella prima parte del concerto. Ma non è finita qui. Ci sono "Ex-Cowboy" e la lunghissima "Mogwai Fear Satan" a chiudere in modo pressoché perfetto questo live della band scozzese. E io godo avvinghiato dalla loro musica, mi lascio trasportare dalla bellezza unica e dalla bravura immensa dei Mogwai.
Più tardi, mentre cammino per le vie di Milano e poi dentro alla metropolitana, il mio cervello è ancora saturo della musica che ho appena ascoltato. Un concerto, quello dei Mogwai, di cui non potevo fare a meno. Un concerto che conferma quanto la band sia brava e ci emozioni ancora dopo quasi vent'anni di carriera. E se siamo qui a parlarne ancora, e se i loro concerti sono ancora sold-out, un motivo ci sarà.
Scaletta:
- "Heard About You Last Night"
- "Friend Of The Night"
- "Take Me Somewhere Nice"
- "Rano Pano"
- "Deesh"
- "Ex-Cowboy"
- "Mexican Grand Prix"
- White Noise"
- "I'm Jim Morrison, I'm Dead"
- "How To Be A Werewolf"
- Remurdered"
- "Batcat"
- "The Lord Is Out Of Control"
- "Auto Rock"
- "Mogwai Fear Satan"
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