I Mogwai hanno ormai un suono ben riconoscibile che i loro ascoltatori non faranno fatita a riconoscere, senza tuttavia rinunciare a qualche piccola novità ad ogni nuova uscita senza che questa rivolti mai veramente il banco da gioco.
In questo “Rave Tapes” al netto delle sfuriate chitarristiche di alcuni dischi precedenti, sono sempre i soliti scozzesi, che stavolta però si mettono a giocare a manipolare le canzoni con l'elettronica, senza che tuttavia questa risulti mai eccessiva.
Si può quindi parlare di presenza non invadente se escludiamo la depistante progressione space-noise di “Remurdered” e in parte la finale “Lord Is Out of Control” in cui un vocoder viene sparato nello spazio aperto all'interno di una navicella, in cui la voce del computer di bordo cerca di mettersi in contatto con la Terra inutilmente e finendo dispersa nell'etere.
I pezzi da annotare nel taccuino ci sono: penso ai vortici in crescendo di “Hexon Begon” (agite per sottrazione su “Rano Pano” togliendo le scorie noise, abbrevviate il tutto di circa la metà ed eccovi il piatto caldo a tavola) e all'epica sconfinata da distese sempreverdi di “No Medecine For Regret”.
Andando in ordine cronologico si può aggiungere alle cose buone l'apertura rilassata e tranquilla di “ Heard About You Last Night”, meno “Simon Ferocious” che sarebbe stato il caso di relegare a ruolo di b-side, magari facendo spazio ad una delle tre bonus-track decisamente più interessanti.
Saltando a piè pari altri due pezzi di cui abbiamo già parlato arriviamo alla parte centrale del disco che ospita in successione “Repelish” (buona ma vanificata un po' dalle spoken words), “Mastercard” che ritira fuori dal marsupio certe asprità chitarristiche che sembravano sopite e “Deesh” che è il solito pezzo atmosferico tranquillo loro con una ventata di synth che si insinua nelle fessure.
“Blues Hour” è una ballata al piano ed è, ma non è una novità, l'unico pezzo veramente cantato dei Mogwai, dopo lo zero in casella di “HWNDBYW”: non male, anche se lontana da perle quali “Travel Is Dangerous”, “Take Me Somewhere Nice” o “Cody”.
Pur essendo di poco inferiore al precedente “Hardcore Will Never Die, But You Will” e sotto al capolavoro “Mr. Beast” rimane comunque un disco apprezzabile in cui i Mogwai ci danno ancora in pasto spunti interessanti per riempire le nostre giornate.
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