L’estate è alle porte. Il vaporoso infrangersi di un’onda su una scogliera assolata, il candore della bianca schiuma che si rigenera tra i flutti; un senso incontaminato di freschezza e di purezza. Sensazioni che si provano di rado, ma che danno un tocco di benessere e felicità. Emozioni di una intensità straordinariamente unica.

Come la musica che sgorga dalle dodici tracce di “Puzzles Like You”, quinto album dei Mojave 3 che segna una profonda svolta artistica nella loro onorata carriera (lunga oltre dieci anni e oltre sedici se si considerano gli ottimi trascorsi ‘shoegaze’ come Slowdive), lasciandosi alle spalle il pop cantautorale dei loro precedenti quattro album e aprendo nuovi orizzonti alla loro creatività. Abbandonate completamente le atmosfere intimiste di “Ask Me Tomorrow”, “Out Of Tune”, “Excuses For Travellers” e “Spoon And Rafter”, Neil Halstead, Rachel Goswell, Alan Forrester e Ian McCutcheon confezionano un album di dodici splendide canzoni infarcite di pop solare e cristallino da fare impallidire Stone Roses e Primal Scream, rincorrendo la geniale semplicità di Beach Boys, Byrds e Beatles.

La quaterna di tracce in apertura è una limpida cascata di suoni avvolgenti e sognanti: “Truck Driving Man”, power pop scuola Boo Radleys migliori; “Puzzles Like You” caleidoscopio di armonie a la “Sonic Flower Groove”, prima inarrivabile opera dei Primal Scream; “Breaking The Ice”, energico e frizzante rock’n’roll tra Beatles e Beach Boys, con leggere pennellate di Biff Bang Pow! (seminale formazione in cui militava tal Alan McGee); “Running With Your Eyes Closed” smaliziata e intrigante cuginetta di certe meraviglie prodotte dagli Stone Roses del loro primo storico album.
Most Days” è quella che si lega di più al passato della band, riprendendo suoni più intimisti (tra Nick Drake e Simon & Garfunkel) ma senza trascurare il piglio melodico, chiave di volta dell’intero lavoro, e senza per questo spezzare la continuità dell’opera. “Big Star Baby” riporta al pop con un curioso intro melodico che richiama quasi ironicamente la “Here Comes Your Man” di Pixies-iana memoria; dal titolo e dall’incedere parrebbe un tributo alla storica band di Alex Chilton.

Ghost Ship Waiting”, leggero rock’n’roll, pennellato da un dolce organo hammond di sottofondo, potrebbe essere un singolone coi fiocchi, mentre “Kill The Lights” riporta alle delicate atmosfere psichedeliche del primo album della band di Bobby Gillespie. Ipnotica e intrigante “You Said It Before”, dai toni chiaroscuri; mentre si ritorna al power-pop più scanzonato e contagioso in “To Hold Your Tiny Toes” che si colloca su un tragitto di Spector-iana memoria.
Just a Boy” parrebbe uscita dalla penna di Morrissey/Marr nel loro periodo artisticamente più fruttoso e la conclusiva “The Mutineer” conclude, col suo soffuso incedere di voce e chitarra, la sequenza di questa deliziosa quinta prova dei Mojave 3.

Ottimamente prodotto da Victor Van Vugt, che evita pacchiane sovrapproduzioni, lasciando quasi credere che la registrazione sia avvenuta in presa diretta, “Puzzles Like You” è sicuramente uno dei dischi più belli e frizzanti usciti in questa metà del 2006.

Assolutamente impensabile di restarne immuni.

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