"Ingrediente Novus" può essere considerato il testamento artistico di Moltheni (almeno per quanto riguarda il progetto così denominato). Il disco esce nel 2009 per "La tempesta dischi" ed è accompagnato da un dvd che contiene stralci di concerti, video, e persino un corto realizzato e interpretato dallo stesso artista marchigiano.
In sostanza si tratta di una sorta di restyling di gran parte dei suoi migliori brani composti nell'arco di dieci anni di onoratissima carriera, un disco molto bello nel quale pezzi come lo storico "Il circuito affascinante" da "Natura in replay" acquisisce nuova vita avvicinandosi a quelle sonorità folk che hanno contraddistinto gli ultimi lavori di Umberto Giardini alias Moltheni, rispetto al timbro decisamente pop dell'originale, così come "Il bowling o il sesso" ammorbidisce i toni della versione di "Fiducia nel nulla migliore" dal quale proviene, tra i pezzi "rifatti" citerei anche "Fiori di carne" reso più "easy" di quanto non fosse nel bellissimo "Splendore terrore" un'occasione persa ritengo sia invece il rifacimento della splendida "Zona monumentale" affidata a Vasco Brondi de "Le luci della centrale elettrica". Due sono gli inediti "Petalo" e "Per carità di stato" (drammatica denuncia del degrado politico e culturale del nostro paese). Tutti i brani sono riarrangiati dunque, salvo quelli tratti da "L'età del corallo" suo ultimo album che vengono lasciati intatti.
Attenzione, ascoltando "Ingrediente Novus" si ha l'impressione di un disco lineare con canzoni nate e concepite per un'album diciamo così "regolare" che risulta essere (e qui mi devo ripetere), molto bello, confermando di fatto il valore assoluto di un cantautore sottovalutatissimo (anche a causa di un carattere estremamente orgoglioso che ne ha condizionato la carriera) però attenzione dicevo perche questo album non è un "the best of" come si sarà certamente capito non si può infatti prescindre dal conoscere anche (o sopratutto) le versioni originali, dieci anni di musica non si possono semplicemente riarrangiare e lo sguardo su Moltheni deve per forza dilatarsi sino agli inizi per poi inoltrarsi attraverso difetti, mutamenti e sofferenze di un artista che spero vivamente possa regalarci molti altri momenti di grande musica sotto altri pseudonimi, progetti o come vorrà...
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