Sapere che la propria terra natale è in grado di produrre qualcosa di più artisticamente significativo dei mobili da cucina e di motociclisti poco avvezzi ai congiuntivi è parzialmente confortante. Per questo motivo le comune origini marchigiane mi hanno sempre fatto avere un occhio di riguardo verso band come gli Yuppie Flu o cantautori come Moltheni.
Quest'ultimo, al secolo Umberto Giardini, ha appena dato alle stampe il nuovo "Toilette Memoria" dopo l'ennesimo cambio di etichetta discografica (stavolta esce per "La Tempesta") ed a poco più di un anno dal precedente "Splendore Terrore" che aveva spiazzato taluni e affascinato talaltri (tra cui chi scrive).

Il confronto con il suo precursore è inevitabile, visto che "Toilette Memoria" costituisce, a detta dello stesso autore, una sorta di appendice di "Terrore Splendore" e alcuni dei pezzi sono outtake delle sessioni di registrazione di quell'album.
Le sonorità qui si sono fatti più piene, la struttura musicale è più omogenea, la sezione ritmica di basso e batteria  viene più costantemente chiamata e sorreggere la struttura melodica, ma in fondo l'attitudine rimane quella intimista e minimalista di "Splendore Terrore", con la chitarra acustica a dettare le trame sonore e con le meno frequenti, ma sempre felicissime, incursioni del piano wurlitzer.

La partenza è delle migliori con la freudiana "Io", in cui si apprezzano gli echi dylaniani del Moltheni paroliere nei suoi momenti più ispirati (e poi il verso "Dove il denaro canta, la musica tace" è una ingenua, ma profonda verità).    
"L'Età Migliore" ed "Eternamente, nell'Illusione di Te" sono le ballate agrodolci che ti aspetti da Moltheni, mentre ammirevole è la scelta di esprimere la denuncia politica attraverso un pezzo strumentale come "Requiem per la Repubblica Italiana".
L'album registra le collaborazioni eccellenti di Franco Battiato in "Sento che Sta Per Succedermi Qualcosa", di Carmelo Pipitone, chitarrista dei Marta Sui Tubi, nell'altro pezzo strumentale "Deserto Biondo", e di Alberto e Luca Ferrari dei Verdena nella conclusiva "Cavalli Sciolti Del Nord"; ad onor del vero il valore aggiunto di tutti questi interventi non risulta decisivo, anche se il giro di chitarra di Pipitone in "Deserto Biondo" ha un suo perchè.

Gli episodi migliori si trovano invece, oltre nella già citata "Io", nello spleen di "Nella Mia Bocca" in cui come mai prima parole e musica si sposano nel raccontare le atmosfere di disagio sentimentale ed esistenziale care a Moltheni, ed anche nella reprise di "Nel Futuro Potere del Legno" (già presente in "Terrore Splendore" come "Nel Potere del Legno") qui impreziosita in una versione per soli voce, pianoforte  e violoncello.

"Toilette Memoria" è la testimonianza che il percorso musicale di Moltheni è ancora in quella fase transitoria che pare ormai perdurare fin dal suo esordio, ma che, fino ad ora, raramente ha saputo deludere. Rimane la quasi certezza di alcune sue potenzialità ancora inespresse e forse il tanto agognato ed atteso "capolavoro" finirà per essere il suo personale Godot.

Ma noi, i Vladimir e gli Estragon di turno, sapremo aspettare.

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